SALENTO- Quella manifestata dal territorio è una contrarietà ferma e compatta, che non può essere ignorata dal Governo nazionale. Arriva dritto al nocciolo della questione il consigliere regionale Paolo Pagliaro che sul progetto dell’impianto offshore, al largo della costa tra Otranto e Tricase, interpella direttamente il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio. Le indirizza una lunga lettera e la richiesta è chiara: “Le chiedo di voler convocare un incontro presso il Palazzo del Governo di Lecce, al fine di ascoltare e recepire le istanze degli amministratori locali e farsene portavoce presso il Governo nazionale -si legge- affinché non venga ignorata la corale opposizione al progetto”.
Così facendo, Pagliaro spiega di farsi «portavoce della preoccupazione del territorio, interessato dal progetto del mega parco eolico».
Dopo aver ricapitolato i dettagli tecnici progettuali, il consigliere ribadisce che -al netto del tratto di costa interessato- i comuni coinvolti sono in realtà ben 23. «Oltre a quelli costieri su cui ricadono gli impatti paesaggistici più pesanti -spiega- ci sono quelli che saranno attraversati dal cavidotto, lungo 40 chilometri». E il punto è che «oltre agli impatti paesaggistici a mare, le opere a terra “ricadono nella fascia di tutela paesaggistica della costa” e “all’interno di due aree di notevole interesse pubblico”, che presentano ancora intatta” la loro originaria bellezza e forma”». Criticità, queste, messe nero su bianco dalla stessa società proponente.
Criticità che si aggiungono all’impatto visivo delle cento pale all’orizzonte.
«Si tratta del progetto più colossale in assoluto in tutta Italia – incalza ancora – con le pale più grandi e potenti ad oggi esistenti». Parla poi della protesta del 21 novembre scorso a Porto Miggiano Pagliaro, spiegando quanto la levata di scudi di cittadini, associazioni e amministratori si sia manifestata sin da subito, concretizzandosi poi in atti formali e deliberazioni in moltissimi Comuni. E altri ancora se ne stanno aggiungendo.
