BRINDISI – La Dcm, ex GSE industria aeronautica di Brindisi, fallì nel 2017. Ed è da allora che va avanti la vertenza dei lavoratori che ora si sono visti recapitare le lettere di licenziamento. 81 persone, 81 famiglie. GSE fu acquistata all’asta, per 3 milioni e 600mila euro, dalla Societa DCM di Napoli. In questa e nella DAR, facenti capo entrambe a un fondo anglo-americano, furono ricollocati i lavoratori dopo il fallimento di GSE.
Ma non c’è mai stata pace per loro. Dal 2018 furono i lavoratori DCM furono posti in cassa integrazione. E adesso che la temuta procedura di licenziamento collettivo è stata avviata, si dicono pronti alla “Guerra su tutti i fronti”. Così scrivono nella lettera da loro firmata.
“Va ribadito -scrivono- che l’azienda Gse ha rappresentato sul territorio brindisino per almeno due decenni un punto di riferimento per le aziende del settore aeronautico, adoperando forza lavoro di notevole esperienza e professionalità, accresciute nel corso degli anni. … i propositi (formali) che hanno condotto all’operazione di acquisizione del complesso aziendale ex Gse miravano alla salvaguardia del patrimonio aziendale, di cui i posti di lavoro costituivano parte integrante e sostanziale ma che, tuttavia a distanza di anni, purtroppo non si riscontra. …E infatti nel progetto DraGO – si legge ancora nella nota – in riferimento alla struttura dell’operazione, veniva precisato che la Dar srl avrebbe attuato iniziative di efficientamento e ripristino della redditività delle commesse produttive in portafoglio con i clienti Strata, Leonardo e Boeing (tutti ereditati dalla Gse); avrebbe perseguito obiettivi di accrescimento di capacità e competenze delle risorse attraverso percorsi di formazione continua; si sarebbe impegnata irrevocabilmente a concedere un diritto di preferenza della durata di 24 mesi in favore di personale dipendente Dcm, opportunamente riqualificato. Nulla di tutto ciò si è verificato, con grave pregiudizio per i lavoratori ex Gse ‘parcheggiati’ in Dcm”.
Ed ecco allora i vari fronti della “guerra” che stanno già combattendo:
– quello giudiziario, sia in sede civilistica (in proposito pende già un contenzioso dinanzi al Tribunale di Brindisi Sezione Lavoro e a breve verranno impugnati i licenziamenti) ma, soprattutto, sarà necessario portare a conoscenza della PROCURA DELLA REPUBBLICA le eventuali nefandezze commesse da “registi ed attori di questa vicenda” fin dalla fase di cessione in sede fallimentare per poi proseguire nelle sedi istituzionali;
– quello sociale e mediatico, attraverso azioni di protesta e di campagna informativa nei confronti di cittadinanza ed istituzioni evidenziando la totale assenza di pudore nell’anteporre la vile speculazione industriale e gli interessi economici alla dignità ed al futuro dei lavoratori e delle loro famiglie.
Adesso o mai più -concludono- si potrà davvero comprendere chi sarà al fianco dei lavoratori, tra le Personalità e Funzioni Pubbliche coinvolte, mostrando il coraggio di affrontare e risolvere le gravi problematiche denunciate”
