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Consorzi Asi, il piano della Regione: accorparne quattro, preservando Bari

BARI – Un progetto di legge regionale di riforma dei Consorzi Industriali prevede l’accorpamento dei Consorzi di Brindisi, Lecce, Taranto e Foggia.

E le audizioni nel parlamentino pugliese in questi giorni si susseguono a ritmo incalzante. Nelle intenzioni della Regione Puglia solo il Consorzio Industriale di Bari rimarrebbe autonomo, mentre tutti gli altri dovrebbero confluire in un’unica forma associativa che ingloberebbe anche la Bat, ad oggi completamente sprovvista di un consorzio ASI.

Gli obiettivi della proposta sarebbero la razionalizzazione della spesa ed una ottimizzazione dei Consorzi. Il prezzo da pagare resta, però, il grande nodo da sciogliere e chiama in causa la specificità territoriale sulla quale ciascuno di questi enti dovrebbe calibrare la sua azione, affinchè sia efficace e cucita su misura in base alle esigenze e peculiarità di ciascun territorio.

Sulla questione ha presentato nelle scorse ore un’interrogazione urgente, diretta all’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci, il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de “La Puglia Domani” e presidente del Movimento Regione Salento.

“Siamo alle solite: Bari asso pigliatutto – esordisce – Come per la riforma delle Province, anche per quella dei Consorzi ASI si va profilando uno smaccato privilegio per il capoluogo di Regione, unico a mantenere intatto il proprio ente, mentre agli altri quattro toccherebbe un accorpamento marmellata.

Ebbene, prima che la Giunta Emiliano voti questo disegno di legge e ce lo propini in Consiglio, diciamo un secco e inalienabile no a quest’ipotesi. Se riorganizzazione dev’essere, che sia improntata a criteri di equità e non sbilanciata da un baricentrismo miope, che nuoce all’intera Puglia.

I Consorzi ASI -continua Pagliaro – nascono per dotare di infrastrutture e gestire aree produttive ben definite, hanno quindi una connotazione spiccatamente territoriale.
Ecco perché non si comprende la ratio dell’ipotesi di accorpamento in discussione, destinata a produrre un gran caos organizzativo, in antitesi con la funzione stessa dei Consorzi. Si configura l’ennesimo doppiopesismo a vantaggio di Bari, già privilegiata con la concessione dell’unica Città metropolitana della Puglia, mentre le altre Province sono state depotenziate, svuotate di risorse e funzioni.

Contro queste sperequazioni – l’abbiamo dichiarato sin dall’inizio – ci batteremo senza tregua, perché siano date pari dignità e pari opportunità a tutti i territori della nostra regione. Se non avremo risposta immediata a questa interrogazione, chiederemo un’audizione in Commissione”.

Tra gli altri nodi da sciogliere, vi è anche la competenza di riforma dei Consorzi industriali che dovrebbe spettare allo Stato e non alle Regioni, che avrebbero il “solo” compito di controllo della gestione finanziaria degli enti. Anche su questo si chiede chiarezza.

 

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