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Caso Rsa “La Fontanella”, la struttura racconta la sua verità

LECCE – 86 contagi, tra anziani ospiti e dipendenti, 10 decessi e un focolaio che, nella Rsa “La Fontanella” di Soleto forse si sarebbe potuto evitare.

Mentre la Procura indaga sul caso e il Ministero della Salute invia i suoi ispettori, la responsabile della struttura Federica Cantore e il legale rappresentante, Mons. Vittorio Matteo, ricostruiscono passo dopo passo quei terribili giorni. Lo fanno in una missiva inviata tramite i propri legali Giuseppe  e Michele Bonsegna e nella quale si dicono certi della correttezza del proprio operato, rispedendo al mittente tutte le accuse su presunte inottemperanze mosse in questi giorni nei loro confronti. Non solo. I responsabili precisano di essere a completa disposizione degli inquirenti per collaborarare affinché la verità venga a galla.

Sin dalla sera del 20 marzo – fanno sapere i responsabili della Rsa – tutte le autorità competenti (dal sindaco, alla Asl, all’Ufficio Igiene di Galatina, alla Regione Puglia) sono stati tempestivamente messi al corrente sull’evoluzione della vicenda.

Dell’assottigliamento del personale è stata data immediata comunicazione, sia sabato 21 che domenica 22, alle autorità competenti. Il servizio – dicono ancora i responsabili – continuava ad essere garantito al completo, pasti inclusi. E questo nonostante l’esiguità del personale a disposizione che martedì avrebbe dovuto fare i conti con ben 19 pazienti risultati positivi.

Risale sempre a martedì l’arrivo in struttura di due medici specialisti inviati dalla Asl e del Primario di Malattie Infettive del Vito Fazzi di Lecce.

Anche mercoledì 25 il servizio è stato espletato regolarmente fino al turno terminato alle 15.30. Quel giorno dalla struttura partì una richiesta di aiuto in Prefettura. La situazione precipitò quando, al personale smontante è stato fatto il tampone, con relativo invito a porsi cautelativamente in quarantena domiciliare.

La responsabile della struttura allertò, quindi, il Sindaco di Soleto intervenuto sul posto con i Carabinieri. Da qui l’ordinanza e il commissariamento.

La sera stessa giunsero solo due medici ASL – precisano ancora dalla Rsa – e richiesero la presenza del medico coordinatore sanitario della RSA, che intervenne, ma, subito dopo, presentò le dimissioni dall’incarico. Al suo posto subentrò da subito un altro medico esperto.

Quella sera il servizio venne svolto, sia pure nelle evidenti condizioni di precarietà imposte dal precipitare degli eventi, oltre che dai 2 medici della ASL, dai responsabili della struttura, una OSS, un’infermiera e il medico immediatamente reperito. Gli unici risultati negativi e autorizzati a restare in struttura.

Il mattino seguente, 26 marzo, la gestione della struttura è stata assunta direttamente dalla Asl.

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