Attualità

Anziani non autosufficienti senza assistenza domiciliare: “Regione provveda”

LECCE- La popolazione anziana è la più esposta all’epidemia e quella con limiti funzionali anche quella che maggiormente subisce le ripercussioni della situazione in corso. Il 27% degli 850 mila anziani pugliesi accusa limiti funzionali, fino alla non-autosufficienza parziale o totale. Inoltre quelli che usufruiscono del servizio di assistenza domiciliare integrata sono il 2,3% (solo l’8,3 di coloro che presentano limiti funzionali).

Gli anziani non autosufficienti, però, non sempre continuano a ricevere nel proprio domicilio interventi di cure e interventi riabilitativi. Tra l’altro, molti medici di famiglia hanno sospeso anche l’assistenza domiciliare integrata, che è un livello essenziale di assistenza.

“Sarebbe necessario – dicono da Spi Cgil – che la Regione prevedesse un piano di intervento che, pianificato da ogni singola Azienda sanitaria territoriale, garantisse agli anziani non autosufficienti i servizi domiciliari (pur tutelando gli operatori con i necessari dispositivi di sicurezza), altrettanto fondamentali per la vita dei tanti anziani già in precarie condizioni di salute o che vivono da soli e terrorizzati dal rischio contagio (in Puglia sono circa 150 mila gli anziani che vivono da soli). Peraltro, a seguito della chiusura dei Centri diurni e degli ambulatori di riabilitazione, disposta dal DPCM del 16 marzo, le pubbliche amministrazioni sono chiamate a fornire prestazioni in forma individuale domiciliare o a distanza, co-progettando gli interventi con gli enti gestori.  La Regione deve fornire appositi orientamenti e linee guida”.

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