TARANTO – Arcelor fa sapere che si è trattato di gas in eccesso che è stato bruciato e che non sarebbero stati superati i limiti consentiti di emissioni. Certo è che fuoco e fumo si sono innalzati domenica sera dall’ex Ilva di Taranto. Sulle emissioni sono in corso le indagini dell’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente), i cui tecnici sono entrati poche ore dopo nello stabilimento per effettuare dei rilievi. Il colosso franco-indiano, che gestisce ora l’acciaieria tarantina, ha comunicato ai sindacati che si sarebbe trattato di manovre per bruciare il Gas coke (il gas di cokeria è una miscela di gas ottenuto per distillazione secca di alcuni tipi di litantrace, carbone fossile). La litantrace prodotto in eccesso, utilizzando le torce di sicurezza.
Tantissimi i cittadini che, anche a qualche km di distanza, hanno fotografato quanto stava avvenendo nei cieli di Taranto. L’odore del gas, invece, non si può immortalare, ma si avvertiva nitidamente. “Nel pomeriggioil gas prodotto dalle batterie coke e normalmente stoccato nei gasometri di stabilimento veniva bruciato in torcia -ha fatto sapere Arcelor- L’apertura delle torce si rendeva necessaria per eccessivo riempimento dei gasometri dedicati. L’accensione durava circa 15 minuti. Appena bilanciata la rete, le torce sono state spente. Si tratta di una procedura che rientra nella normale gestione della rete. I valori di riferimento Aia non sono stati superati. Non si registrano problemi di alcuna natura”.
