Cronaca

Anziano pestato a morte a Manduria, in carcere tutta la gang. Gip: “Aguzzini senza freni inibitori”

MANDURIA – Erano stati sottoposti a fermo il 30 aprile, con le accuse di tortura aggravata, danneggiamento, sequestro di persona e violazione di domicilio. Adesso è scattato il carcere per tutti e 8 i bulli (maggiorenni e non) ritenuti responsabili di aggressioni, rapine e vessazioni ai danni di Antonio Stano, anziano di Manduria affetto da disagio psichico e deceduto lo scorso 23 aprile in ospedale, dopo oltre 2 settimane di agonia.

Il gip del Tribunale di Taranto non ha convalidato i fermi (ritenendo non sussistente il pericolo di fuga) dei due maggiorenni coinvolti nell’indagine, ma ha emesso nei confronti dei due indagati un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il giudice ha così condiviso il quadro accusatorio della Procura, anche in relazione al reato di tortura. La stessa decisione era stata adottata in serata dal gip minorile Paola Morelli che ha mandato in carcere i sei minorenni. Dunque per “la comitiva degli orfanelli”, così come la stessa gang usava definirsi, sono scattate le manette.

La misura della custodia cautelare in carcere – scrive il gip del Tribunale ordinario Rita Romano – appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inaffidabilità e completa assenza di freni inibitori“. E poi ancora “I nuclei familiari degli indagati – si legge nelle motivazioni – hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare i giovani. (…) Stano è stato fatto oggetto di un trattamento inumano e degradante, braccato dai suoi aguzzini, terrorizzato, dileggiato, insultato anche con sputi, spinto in uno stato di confusione e disorientamento, costretto ad invocare aiuto per la paura e l’esasperazione di fronte ai continui attacchi subiti e, di più, ripreso con dei filmati (poi diffusi in rete nelle chat telefoniche) in tali umilianti condizioni“.

Intanto Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale” non le manda a dire. “I ragazzini risponderanno dei loro crimini, ma sino a quando noi adulti non sapremo cogliere l’ulteriore aspetto della vicenda non ne usciremo bene. Emerge prepotentemente il vuoto educativo e culturale dietro queste gesta consumate e ripetute. Se non agiamo immediatamente rischiamo di perdere un’intera generazione ed insieme a questa il futuro del pianeta“.

E.Fio

 

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