LECCE – Sconfitta la cordata di Carmiano, sino a poco tempo fa nelle mani dei Mazzotta, ed il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto è il leccese Umberto Mele.
Commercialista, serio e stimato, già vice presidente vicario nel cda della Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto, Umberto Mele è da oggi il nuovo Presidente. La compagine di Carmiano, sino a poco tempo fa appannaggio del gruppo Mazzotta, sonoramente sconfitta; da ricordare il commissariamento di Bankitalia, dopo l’inchiesta della Procura di Lecce sulle elezioni del 2014 che ha determinato rinvii a giudizio, senza tralasciare anche l’intervento dei commissari del Ministero all’Interno che potrebbero portare al commissariamento anche del Comune di Carmiano governato, per la seconda volta, da Giancarlo Mazzotta prima anche dominus della Banca.
Oggi le elezioni con 1257 soci votanti che hanno decretato la schiacciante vittoria del Dott. Umberto Mele con 694 voti contro i 539 dell’uscente Ciurlia. Oltre al Presidente, eletti anche i componenti del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale e dei probiviri. Da oggi inizia una nuova fase che inverte le proporzioni rispetto alla supremazia dei “carmianesi” che passa, in ogni organismo, minoritaria rispetto a quella melendugnese. Tra i nomi in corsa per Ciurlia, lo sfidante sconfitto da Mele, anche il nipote del magistrato ricusato dal pubblico ministero proprio nell’inchiesta sulle elezioni della Banca nel 2014 ed un commercialista leccese, fratello di un altro magistrato del capoluogo.
Riportiamo di seguito la richiesta di rettifica avanzata dall’avvocato Mario Luciano Brancato per conto e nell’interesse del dottor Vincenzo Brancato e dell’ingegner Marco Sellani.
“Nel corpo dell’articolo si fa riferimento, quale nome in lista per il rinnovo del cda, al nipote del magistrato ricusato dal pubblico ministero proprio nell’inchiesta sulle elezioni della Banca nel 2014…
Tale ultimo riferimento appare volutamente suggestivo e allusivo, in quanto tende a creare un forzato collegamento ideologico fra la candidatura del soggetto citato, che risponde al nome dell’ingegner Marco Sellani, e la vicenda giudiziaria ancora in essere, dapprima assegnata al dottor Bracato quale gup presso il Tribunale di Lecce. La notizia così riportata raffigura un quadro diverso dal reale andamento dei fatti, atteso che la decisione di spogliarsi dal processo Bcc venne autonomamente assunta dal dottor Brancato già anteriormente alla dichiarazione di ricusazione proposta dall’ufficio di Procura. In data 20-11-2018, data dell’udienza di comparizione, il dottor Brancato avanzava al Presidente del Tribunale di Lecce istanza di autorizzazione all’astensione, non trattando il processo in quell’udienza e disponendo lungo rinvio al 12 febbraio 2019, già sapendo del proprio trasferimento ormai imminente al Tribunale civile con decorrenza 2 gennaio 2019. Il giorno seguente, 21-11-2018 la Procura della Repubblica avanzava dichiarazione di ricusazione alla Corte d’Appello di Lecce nei confronti del dottor Brancato; successivamente il dottor Brancato veniva trasferito alle sezioni civili, così spogliandosi per ragioni di servizio del processo; nelle more il presidente del Tribunale riteneva non sussistere le ragioni dell’astensione , stante l’avvenuto trasferimento del dottor Brancato al Trubunale Civile, ragioni ritenute sussistenti, invece, dalla Corte d’Appello che accoglieva la ricusazione , nonostante il processo non fosse più in possesso del citato giudice.
Tali ultime determinazioni, però, non hanno sortito alcun effetto sostanziale in quanto, come detto, il dottor Brancato si era già spogliato del procedimento per ragioni di naturale trasferimento ad altra sezione. Tutto questo per sgomberare il campo da ogni possibile errato collegamento logico circa una presunta volontà del dottor Brancato di voler restare “ancorato” al procedimento penale che vedeva interessati (anche se non direttamente) suoi prossimi congiunti”.
