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L’emozione ha una voce… giallorossa

LECCE (di M.Vecchio) – L’emozione una voce ce l’ha. L’emozione è il grido liberatorio di mister Liverani al termine della gara vinta a Perugia… un urlo che vale la consapevolezza di aver superato l’ennesimo ostacolo per nulla scontato di una stagione sempre più da incorniciare. L’emozione ha la voce dei volti dei giocatori al triplice fischio. L’emozione è la gioia dei tifosi a cui neppure la pioggia incessante e copiosa è riuscita a spegnere gli entusiasmi. L’emozione è vedere una classifica sempre più ristretta in cui il proprio nome probabilmente è quello che fa più paura a tutti. Quattro squadre matematicamente in lotta per la promozione diretta, nella teoria giochi aperti, nella pratica il Brescia ha già un piede in A e mentre Lecce e Palermo si affacciano timidamente alla finestra ancora socchiusa della serie A.
Il Lecce a Perugia ha regalato un diluvio di emozioni a tutti, anche ai più scettici. Già perché il Lecce di Liverani non è stato bello, veloce, dinamico e padrone del campo come in altre circostanze. Paradossalmente è stata proprio questa la prova di maturità di Liverani che ha modellato un altro capolavoro dei suoi aggiungendo un tassello allo straordinario mosaico che sta realizzando. Il Lecce ha dimostrato che non è solo la squadra capace di sfoggiare sul rettangolo verde il vestito più bello ed elegante, ma il frac ha saputo lasciare il posto alla tuta da operaio semplice quello che, per intendersi, sa dove e come mettere le mani in caso di necessità e senza troppi di giri di parole riesce portare a casa il risultato in barba all’estetica. Hanno vinto la concretezza e la maturità. Qualità riconosciute a Meccariello schierato a difensore esterno di destra, a Riccardi che seppure con qualche sbavatura accoglie e rispetta un’eredità pesante come l’assenza di Lucioni. È anche la maturità di Mancosu che si ritrova a sacrificarsi nel ruolo di terzino per garantire copertura alla difesa in affanno. È anche la maturità di Arrigoni che da play di centrocampo si trova a dirigere i due centrali difensivi con l’intelligenza del regista applicata senza tanti fronzoli alla difesa. Infine è la maturità di Falco che quando tutto sembra estremamente complicato prende per mano la squadra e con le sue giocate prima fa segnare con un assist solo da spingere in rete per poi mettere gli artigli sulla vittoria con una rasoiata chirurgica. La maturità però è soprattutto di Liverani che ha studiato tutto questo a tavolino esibendo con fierezza la stoffa del grande allenatore che rischia, e lo fa perché conosce i limiti e cosa la sua squadra può dargli. Il Lecce, questo Lecce, dispensa emozioni a piene mani e lo fa con la semplicità di chi non si rende conto di farlo. Questa squadra ha già vinto il suo campionato, è stato promosso a pieni voti , al di là dei numeri espressi dalla classifica, ha fatto rivedere il calcio che piace, che diverte e che ogni tifoso vorrebbe la propria squadra esprimesse. La promozione l’ha guadagnata sul campo con le prestazioni e con l’impegno, con gli applausi dei suoi tifosi. Adesso l’incontro con il Brescia che viaggia più forte dei giallorossi, onore al merito si dirà se dovesse vincere la squadra di Corini, non è la madre di tutte le gare, è come dice Liverani uno spot per il calcio.
Una sfida bella e intensa tra due formazioni che hanno dimostrato di avere qualcosa in più delle altre. Come si preparerà il tecnico romano a questa sfida? Con maturità e concretezza sempre e solo con il fine di regalare un’altra, ulteriore ed ennesima emozione.
La sua voce potrebbe essere gridata ma forse anche sussurrata… poco importa.

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