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Sanità impossibile: a Lecce Guardia Medica senza riscaldamenti

LECCE- Il grande freddo non solo fuori ma persino dentro le sedi della Guardia Medica. In quella leccese, presso il vecchio Fazzi, la situazione è paradossale: medici e pazienti sono costretti a stare senza riscaldamenti.

“Sin dall’inizio dell’autunno, noi operatori abbiamo comunicato alla Asl il problema dei termosifoni – dice il medico di turno in mattinata, Mario Giugno, anche a nome dei colleghi -. Pensavamo fosse una questione relativa all’accensione ma è più seria e ci è stato detto che per ora non verrà risolta in tempi brevi. Noi, però, così, siamo costretti a lavorare in condizioni disumane, in ambienti non a norma, con temperature che scendono a zero gradi. Il bagno, ad esempio, è una cella frigorifera. Adesso, poi, con una nota scritta ci è stato proibito di accendere i condizionatori, senza dirci nemmeno il perché. Ci hanno detto di accendere la stufa. Pensate un po’ se una stufetta può riscaldare tutto l’ambiente”.

I termosifoni, dunque, sono spenti. Non c’è possibilità di accendere i condizionatori, stando alle disposizioni della stessa Asl. Si va avanti solo con delle stufette, anche per riscaldare l’ambulatorio in cui si effettuano le visite. E così i medici della continuità assistenziale lanciano la sfida: “Invitiamo chiunque, a iniziare dai nostri dirigenti Asl, a venire qui alle 21 e a spogliarsi per farsi visitare. Siamo messi nella condizione di impossibilità a svolgere il nostro dovere”.

Dopo la denuncia dei medici di Guardia medica di Lecce, la Asl corre ai ripari: dopo aver consegnato ieri dei ventilconvettori ad aria calda per le diverse stanze, come provvedimento tampone e di sicuro non risolutivo visto che si tratta di semplici stufette (valore di mercato di circa 20 euro), annuncia l’installazione “a breve” di “un ulteriore climatizzatore a pompa di calore (la cui predisposizione è già stata realizzata) che sarà in grado di assicurare il necessario comfort sia al personale sanitario sia ai pazienti”.

Il problema è l’adeguamento della portata dell’impianto elettrico, diverso da quello generale di media tensione, non in grado al momento di supportare i climatizzatori.

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