SALENTO- Tra le mete predilette dai turisti, in estate il Salento ha sempre la meglio, anche se sostare nelle località marine comporta comunque un costo. Sì perchè rispetto a Melendugno dove fino a settembre si paga 1,30, la tariffa oraria media nelle altre località si attesta a 1,50. Tra queste, Castro, Leuca e Gallipoli, come anche Otranto. Salvo alcuni piccole differenze. Ad esempio nella città dei martiri, in periferia il parcheggio costa 1 euro, 2 invece al centro. “Si tratta di una situazione ovvia –dice l’avvocato Piero Mongelli di Codacons– o meglio di uno strumento che dovrebbe servire comunque a regolamentare il traffico e non essere utilizzato per far cassa”.
Del resto, c’è sempre la possibilità di optare per le tariffe giornaliere che a Gallipoli centro si attestano a 6 euro, mentre a Otranto a 15 euro. Chi invece conta di sostare a Melendugno per un periodo più lungo può sempre ricorrere agli abbonamenti agevolati sia bimestrali che stagionali. “Inoltre, come sottolinea l’avv. Mongelli, è bene che gli automobilisti abbiano accesso a diverse tipologie di pagamento, in caso contrario ce lo segnali”.
Chi invece trascorrerà le sue vacanze nei pressi di Ugento, sappia qui troverà la tariffa oraria più economica, a 80 centesimi, da Torre San Giovanni a Lido Marini .
A margine del servizio, giunge anche la nota di Adoc di Alessandro Presicce: “Purtroppo molti comuni sono rimasti al palo nel reperimento di aree idonee al parcheggio e in questo caso i privati hanno spadroneggiato imponendo, di fatto, il prezzo che hanno voluto. In altri casi, come Salve, Otranto o anche Porto Cesareo hanno predisposto parcheggi comunali, con il doppio effetto del dare ordine alla sosta e trarre profitti per l’Ente locale. A Porto Cesareo, parcheggio zona Dune, ad esempio, si paga per il tempo effettivo della sosta per un tempo massimo giornaliero di 3 euro. Lecce ha fatto un bando per il reperimento di aree private da destinare alla sosta a prezzo convenuto. Insomma una geografia a macchia di leopardo. Anche in questo caso, il consumatore paga caro il ritardo organizzativo del territorio”.