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Lecce, Renzi ci riprova: “al Pd nessuna alternativa seria”. Ai No Tap dice: “il Salento è già troppo indietro”

LECCE – Pungente nell’imitare e sminuire gli avversari, autoironico nel ricostruire il suo percorso: l’ex Premier Matteo Renzi torna a Lecce, questa volta nei panni di Segretario nazionale del Pd e scrittore. Arriva fin qui per presentare il suo ultimo libro “Avanti, perchè l’italia non si ferma”, cogliendo l’occasione per parlare di un futuro targato Partito Democratico. Al suo fianco la fedelissima Viceministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova e il senatore Dario Stefano, promotore dell’evento. Sono loro a fare gli onori di casa e dirsi soddisfatti nell’accogliere l’ex Premier “in una città finalmente di centrosinistra“, anche il Sindaco Carlo Salvemini interviene per un saluto.

Il discorso renziano, tra imitazioni dei leader del fronte opposto, anneddoti e propositi futuri, fila liscio fin quando ad irrompere dall’alto del Teatro Romano della città è il coro di un gruppo di manifestanti “No Tap”. Matteo Renzi ne approfitta per ribadire in proposito la sua posizione: “il Salento, in tema infrastrutture è già indietro -dice- siete tagliati fuori dall’alta velocità, siete trattati alla stregua di una periferia. Rispetto chi è contrario, ma bisogna guardare avanti: i tubi sono ovunque. L’arretratezza è il trionfo di un’ideologia che non porta da nessuna parte, quella di chi dice: il progresso sì, non nel mio cortile”.

Poi la riflessione verte sul futuro di tutt’Italia: “se le alternative al Pd sono sono Matteo Salvini o i grillini non c’è storia -dice- si commentano da soli“.

Devia in tema referendum, un boccone ancora amaro da buttar giù ma che continua a difendere a spada tratta, ribadisce di non aver alcuna responsabilità nello scioglimento del patto del nazareno e poi poi parla di una sinistra che “non abbaia alla luna– dice- ma fa piccoli passi, quelli che solo i veri riformisti hanno il coraggio di fare“.

Da “inguaribile ottimista“, quale si definisce, l’ex Premier non ha dubbi: “fuori dal Pd non c’è una rivoluzione socialista, le alternative sono troppo poco credibili per incutere timore“.

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