Cronaca

Sentenza Eclissi: oltre 5 secoli di carcere per 63 imputati

LECCE – La sentenza è arrivata alle 15,30 nell’aula bunker del tribunale di Lecce, al termine del processo in abbreviato nato dall’operazione Eclissi che fece luce su una lunga scia di reati, fatti di sangue, attentati ed estorsioni che hanno costellato l’interland leccese gli anni scorsi che portò gli agenti della squadra mobile e l’antimafia ad una valanga di arresti il 19 novembre del 2014.
63 imputati, condannati complessivamente a 520 anni di carcere. A leggere il dispositivo il gup Giovanni Gallo. Ci sono anche 16 assolti.

Le condanne più alte riguardano Maurizio Briganti, considerato il boss della frangia leccese e Cristian Pepe, ergastolano, Daniele De Matteis, leccese, Giuliano Calò, di Lecce. Per loro 20 anni di carcere.

Tra gli altri nomi spiccano Gioele Greco, diventato collaboratore di giustizia, 10 anni. 11 anni e 4 mesi per Cristian Calosso, 13 anni per Gianluca Capilungo di San Cesario, 12 anni per Loris Pasquale Casarano, di Taviano. 8 anni per Mattia D’Ambrosio di Alliste;8 anni per Remo De Matteis,di Lizzanello;10 anni per Ivan Firenze, di Cavallino; 12 anni per Antonio Leuzzi, di Lecce

14 anni per Paolo Guadadiello 28 anni, di Torchiarolo 10 anni per Carmine Mazzotta, di Lecce 12 anni per Angelo Monaco di Lecce; 13 anni per William Monaco di Lecce; 8 anni per Antonio Montinari, di Lecce 10 anni ed 8 mesi per Luca Mita di Lecce8 anni per Antonio Perrone, 34 anni, di Lecce. Queste le condanne più pesanti.

L’operazione era tornata alla ribalta negli scorsi mesi per i presunti intrecci tra mafia e politica e presunti rapporti con amministratori che avrebbero condizionato le amministrative leccesi del 2012.  Il processo ha preso il via il 6 novembre del 2015. Gli imputati rispondono di 416 bis, associazione mafiosa e altri capi d’imputazione.

L’operazione di due anni fa fu definita come la risposta dello stato al dilagare della criminalità a Lecce e nei comuni vicini che avevano fatto i conti con attentati dinamitardi, incendi, pistolettate, ferimenti. Contestati l’esplosione di colpi di arma da fuoco all’indirizzo di davide VADACCA presso il centro sportivo “OUTLINE” , il ferimento di alession BELLANOVA, gli spari al Bellini Caffè”, al negozio “Good Look” al “Caffè Carletto”, la bomba al“Bar Paisiello” e ancora la pizzeria “La diavola” , il negozio “ARTIGIANI PER CASO” in via Imperatore Adriano 6, il negozio “GLI ELETTRICI” in via Duca d’Aosta , l’incendio al furgone di panini di piazza libertini.

Gruppi contrapposti, nati dallo sfaldamento del clan nisi che si riorganizzano nel nome di maurizio briganti che si facevano la guerra in modo eclatante, sparando per vendetta, oltre che per chiedere denaro ai commercianti. Nell’ordinanza rientava anche il suicidio del giovane luca rollo di cavallino, spinto, secondo gli inquirenti a togliersi la vita per le angherie del clan.

Tra le altre condanne: 12 anni per Alessandro Ancora, di Lecce; 10 per Adriano Barbetta, di 6 anni ed 8 mesi per Carmen Blago, di Lecce; 10 anni per Pierpaolo Borgia, di Poggiardo; 4 per Angelo Braì, 42 anni, di Merine; 20 anni per Maurizio Briganti , 46 anni, di Lecce; 5 anni per Egidio Buttazzo, 40 anni, di Cavallino; 20 anni per Giuliano Calò, 36 anni, di Lecce; 6 anni per Massimiliano Calò, 40 anni, di Lecce; 11 anni e 4 mesi per Cristian Calosso, 29 anni, di Lecce; 13 anni per Gianluca Capilungo 24 anni, di San Cesario; 4 anni per Cristian Carluccio 28 anni, di Frigole; 12 anni per Loris Pasquale Casarano, 41 anni, di Taviano; 4 anni ed 8 mesi anni per Mirko Castelluzzo, 37 anni, di Lecce; assolto Vittorio Castelluzzo, 77 anni, di Lecce; 2 anni ed 8 mesi per Emanuele Chiriatti, 32 anni, di Lecce; 11 anni per Vincenzo Antonio Cianci, 30 anni, di Sogliano Cavour; 7 anni per Maurizio Contaldo 54 di Lecce; 3 anni e mezzo per Mauro Cucurachi, 40 anni, di Lizzanello; 8 anni per Mattia D’Ambrosio 21 di Alliste; 20 anni per Daniele De Matteis, 31 anni, di Lecce; 8 anni per Remo De Matteis, 66 anni, di Lizzanello; 4 anni per Roberto Mirko De Matteis, 39 anni di Lecce; 3 anni e 4 mesi per Federico Ferri, 25 anni, di Lecce; 4 anni per Simone Filograna, 37 anni, di Lecce; 10 anni per Ivan Firenze, 44 anni, di Cavallino; assolto Marco Firenze, 49 anni, di Cavallino; assolto Carlo Gaetani, 31 anni, di Lecce; 2 anni ed 8 amesi per Andrea Giannelli 25 anni, di Lecce; assolto Andrea Giannuzzo, 27 anni, di Cutrofiano; 1 anno per Paolo Golia 32 anni, di Torchiarolo; assolta Emanuela Greco, 42 anni, di Lecce; 8 anni per il collaboratore di giustizia Gioele Greco, 28 anni, di Lecce; 14 anni per Paolo Guadadiello 28 anni, di Torchiarolo; assolto Antonio Guadadiello, 33 anni, di Trepuzzi; assolto Mohammed Koundafi, marocchino, 43 anni; 7 anni e 8 mesi per Flaviano Lettere, 57 anni, di Frigole; 5 anni per Flaviano Pino Lettere, 26 anni, di Frigole; 12 anni per Antonio Leuzzi, 24 anni, di Lecce; 4 anni per Francesco Luggeri, 36 anni, di Trepuzzi; 4 anni per Marco Macchia, 24 anni, di Lizzanello; assolto Roberto Macchia, 43 anni, di Lecce; 12 anni ed 8 mesi per Omar Marchello, 37 anni, di Lizzanello; 3 anni per Fabio Marzano 46 anni di Lecce; 2 anni ed 8 mesi per Pantaleo Antonio Mazzeo, 27 anni, di Caprarica di Lecce; 10 anni per Carmine Mazzotta, 42 anni, di Lecce; 2 anni ed 8 mesi per Cosimo Miggiano 42 anni, di Muro Leccese; 10 anni ed 8 mesi per Luca Mita, 29 anni, di Lecce; assolto Ilia Mocka albanese, 37 anni; 12 anni per Angelo Monaco 39 anni, di Lecce; 13 anni per William Monaco, 26 anni, di Lecce; 8 anni per Antonio Montinari, 44 anni, di Lecce; 9 anni e 4 mesi per Nicola Montinari, 49 anni, di Lecce; assolto Giovanbattista Nobile, 30 anni, di Salice Salentino; 3 anni e 4 mesi per Luca Pacentrilli 26 anni, di Lecce; 7 anni per Marco Pacentrilli, 33 anni, di Lecce; 5 anni per Antonio Pepe , 54 anni, di Lecce; 20 anni per l’ergastolano Cristian Pepe , 41 anni, di Lecce; 14 anni per Marco Pepe, 30 anni, di Giorgilorio; 8 anni per Antonio Perrone, 34 anni, di Lecce; assolto Danilo Piscopo, 35 anni, di Cutrofiano; 8 anni per Manuel Prinari, 29 anni, di Lecce; 8 anni per Diego Rizzo, 31 anni, di Lecce; 10 anni per Luigi Antonio Rollo, 60 anni, di Lizzanello; assolto Pierluigi Rollo, 26 anni, di Lecce; 11 anni e 4 mesi per Francesco Rotondo, 31 anni, di Lecce; assolta Emanuela Spalluto, 29 anni, di Novoli; 6 anni per Ivan Spedicati, 25 anni, di Surbo; 11 anni e 4 mesi per Carlo Squittino, 45 anni, di Castro; 8 anni per Emanuele Tafuro, 25 anni, di Squinzano; 12 anni per Salvatore Tarantino, 36 anni, di Lecce; 9 anni per Giuseppe Taurino, 26 anni, di Lecce; 6 anni per Oronzo Toffoletti, 50 anni, di Lecce; 1 anno ed 8 mesi per Ciro Vacca, 60 anni, di Cavallino; assolto Lugi Venneri, 21 anni, di Alliste; 8 anni per Juri Zecca, 23 anni, di Lecce; 4 anni ed 8 mesi per Simone Zimari, 26 anni, di Lecce.

A difendere gli imputati, gli avvocati Rita Ciccarese, Giancarlo Dei Lazzaretti, Gabriella Mastrolia, Giuseppe De Luca, Ladislao Massari, Donata Perrone, Gabriele e Giovanni Valentini, Dario Congedo, Antonio Savoia, Pantaleo Cannoletta, Nicola Cucurachi, Walter Gravante, Francesco Maggiore, Massimiliano Petrachi, Massimo Manfreda, Alessandro Costantini Del Sant, Alexia Pinto, Alessandra Altavilla, Ivan Feola, Benedetto Scippa, Francesco Mighali, Loredana Gemelli, Mario Stefanizzi, Stefano Prontera, Maria Assunta Miglietta, Francesco Lerose, Riccardo Giannuzzi, Elvia Belmonte, Davide Pastore, Valerio Spigarelli, Mariangela Calò, Alessandra Altavilla, Cosimo Rampino, Tiziana Pastore, Stefania Sergi, Donato Sabetta, David Alemanno, Giampiero Tramacere e Francesco Maggiore.

Mafia, estorsione, associazione a delinquere finalizzata la traffico di droga, spaccio e attentati a colpi di pistola contestati nell’inchiesta dell’operazione “ Eclissi ”. Si è definito in questi termini il primo processo sull’ultima inchiesta riguardante gli assetti della Sacra corona unita assunti fra il 2012 ed il 2014. Il periodo, a ben ricordare, in cui in città era scoppiata la guerra fra bande rivali con ferimenti e gambizzazioni, attentati a negozi e bar. Il blitz di novembre di due anni fa dei poliziotti della Squadra mobile mise fine a quella recrudescenza che in taluni casi non ha registrato vittime solo per un caso fortuito. Come, ad esempio, la pistolettata sparata in testa a un 46enne di Cavallino la sera del 9 maggio di due anni fa a San Ligorio, rimasto sì ferito, ma scampato miracolosamente alla morte. Gran parte degli episodi più gravi di quel pezzo di storia recente della Scu sono stati inquadrati e definiti dalla Dda e dalla Squadra mobile. Ed è per questo che il pubblico ministero Guglielmo Cataldi aveva chiesto 19 anni di carcere per Giuliano Calò: risponde di aver avuto il ruolo di braccio armato del clan Briganti: risponde dei sette colpi di pistola sparati il 7 maggio di due anni fa contro una pizzeria della periferia, come anche di aver preso parte al confronto a mano armata con i rivali del clan Pepe nella sparatoria del 3 settembre del 2014 nel quartiere Stadio. Nessuno sconto nemmeno a chi è stato indicato come uno dei più attivi componenti del clan Briganti nello spaccio, Gianluca Capilungo, che risponde anche di aver preso parte alle spedizioni punitive contro i morosi nei pagamenti delle forniture di droga: 13 anni.

Dieci per Ivan Firenze conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di “Cavallo”: dall’interno del carcere di Padova avrebbe mantenuto i contatti tramite accessi abusivi alla rete informatica per occuparsi dei contrasti fra affiliati, di droga e per mantenere i contatti con il boss Cristian Pepe.

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