Cronaca

Omicidio Regoli, la difesa di Mele: “Non ci fu volontà di uccidere”

MATINO- Hanno chiesto le attenuanti generiche  e l’esclusione dell’aggravante per futili motivi, i legali che difendono Cosimo Mele, 36 anni  che confessò di essere l’autore dell’omicidio di Ivan Regoli. Oggi la parola alla difesa, per i suoi legali non vi fu la volontà di uccidere.
Mele è imputato per l’assassinio di Ivan Regoli, il giovane scomparso da casa il 12 settembre del 2011 all’età di 29 anni. Una sparizione per la quale si fecero tutte le ipotesi possibili: dall’allontanamento con amici alla fuga con artisti di strada. Solo il primo agosto del 2014 si ebbe la drammatica, macabra svolta nel caso. Nelle campagne di Matino furono ritrovati resti umani in un pozzo.

Mele confessò durante un interrogatorio, poi fu denunciato a piede libero perché gli investigatori volevano ascoltare, intercettandole, le sue conversazioni per accertare o escludere la presenza di complici. La conferma che le ossa fossero di Ivan si ebbe all’esito degli accertamenti scientifici, ma la madre della vittima riconobbe gli indumenti del figlio.

Mele era un ex amico di Regoli, ma raccontò di essere stato a lungo vessato dalla vittima con continue richieste di denaro. Dopo essersi trasferito a l’aquila, dove lavorava come carpentiere, continuava – a suo dire- ad essere vittima di richieste ogni volta che rimetteva piede in paese, a Matino. Un giorno, tra i due giovani, scoppiò un litigio che sfociò in colluttazione. “Non volevo ucciderlo” disse Mele agli inquirenti. Prossima udienza il 3 maggio, poi la sentenza.

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