LECCE- Il Vice Sindaco di Lecce, Gaetano Messuti, non le manda a dire ed entra, legittimamente, a gamba tesa nella competizione elettorale per la successione, a Lecce, a Paolo Perrone. Liquida le primarie interne pur essendo un fittiano, pur se per l’europarlamentare la consultazione popolare è ormai un dogma, e demanda ai segretari regionali della coalizione di centro destra l’individuazione del candidato per Sindaco di Lecce. Ma Attilio Monosi , altro candidato in pectore ed assessore comunale al bilancio ed alla casa di Palazzo Carafa, non ci sta. Oltre a ribadire che le tre ristrutturazioni, che porrebbero Messuti nelle condizioni di ambire alla candidatura a Sindaco, sono frutto di progetti non suoi ma dell’allora Sindaco Poli Bortone, sottolinea come non può fregiarsi di quanto inaugurerà al massimo deve essere il Sindaco Perrone a mettersi la spilletta.
Per le Primarie, secondo Monosi, non si può dare la facoltà di scelta ai segretari regionali del centro destra e Marti non sbaglia quando afferma che i conservatori e riformisti debbano presentarsi alla coalizione con un solo nome anche perché Fitto ne ha fatto un simbolo rispetto a Forza Italia. “Mi viene da ridere che la rosa dei nostri nomi debba esser sfogliata da segretari di altri partiti”.
Se appare iniziata la disputa per la candidatura post “era perroniana” per molti non è detto che non ci sia lo zampino di qualcuno per poi far emergere una terza ipotesi, Marti, o addirittura una quarta, Congedo, in caso di nuova collocazione partitica dell’uscente Sindaco sempre che le carte siano solo in mano al Gruppo fittiano visto che nella coalizione ci saranno anche i berlusconiani, i salviniani e alcune liste civiche.
Ad ora la rissa all’interno dei Conservatori e Riformisti, non solo sull’ipotetico nome ma , anche, sui metodi per giungere all’individuazione di questo. Monosi pro primarie fittiane, Messuti da fittiano pro parola ai partiti.
