BRINDISI- Nessuno sconto di pena. La Cassazione ha confermato le condanne per quasi tutti i personaggi coinvolti, 29 anni fa, nello scontro a fuoco nella acque brindisine in cui perse la vita il contrabbandiere Vito Ferrarese. Dopo aver rigettato i ricorsi presentati dagli imputati, la Cassazione ha confermato le pene stabilite, nel gennaio del 2013, nel processo d’Appello celebrato nella Corte D’assise di Taranto.
Ma se per tutti le condanne sono definitive, l’unico che ancora può sperare in una revisione della pena è Pietro Antonacci, ex vicequestore di Brindisi, ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Nei suoi confronti la Corte D’Assise d’Appello si era espressa con una condanna a 15 anni e 4 mesi di reclusione, per omicidio volontario. Per lui la Cassazione di pronuncerà alla fine del mese.
Definitive, invece, le condanne per l’ex capo della sezione “Catturandi” della Squadra Mobile di Brindisi, Pasquale Filomena (9 anni e 2 mesi); per i suoi collaboratori Giovanni Perrucci, Emanuele Carbone e Mario greco (4 anni i primi due, 2 anni il terzo) e per Francesco Vacca (4 anni e 3 mesi).
Definitive, infine, anche le condanne per i due contrabbandieri, Aldo Cigliola e Aldo De Santis, condannati rispettivamente a 5 anni e sei mesi e a 2 anni e 9 mesi di reclusione. I fatti risalgono alla notte fra il 13 ed il 14 giugno del 1995.
Lo scafo, con bordo Vito Ferrarese ed altri complici, carico di sigarette di contrabbando, fu intercettato dalla polizia. Un elicottero seguì i movimenti del natante e proprio dal velivolo, l’allora vicequestore, Pietro Antonacci, esplose colpi di mitraglietta contro gli scafisti colpendo, mortalmente Vito Ferraese. Con lui c’era anche l’ex questore, Franco Forleo. La sua posizione è stata stralciata a causa di seri problemi di salute.