Cronaca

A Torre Veneri anche armi israeliane all’Uranio

TORRE VENERI (LE)  –   Spunta una novità importante su Torre Veneri. Novità contenuta nelle pieghe della relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’Uranio impoverito e decifrata da ‘Lecce Bene Comune’ assieme a Falco Accàme, ex Sottosegretario alla Difesa e Presidente dell’Associazione nazionale ‘Assistenza vittime arruolate nelle forze armate’.

È continua in un codice. Quello che fa riferimento all’uso qui di armi provenienti da Israele. Armi di cui non è stato possibile acquisire le schede tecniche e storiografiche dei colpi completi del lotto acquistato presso la ditta ‘IMI’ (Israel), schede pure richieste agli uffici del Ministero della Difesa, ma non pervenute, è scritto nella relazione dei 21 Senatori.

Perchè è importante questo lotto di armi?

Perchè è un lotto di proiettili acquistati nel 1985 dagli israeliani ed utilizzati dal nostro contingente in Somalia nel ’93 dai blindati ‘Centauro’. Come denunciato per primo, dal giornale ‘Il Tempo’ nel 2001, si sarebbe trattato di una partita di proiettili all’Uranio impoverito.

I quantitativi residuati sarebbero rientrati in Italia per essere sottoposti a procedure di manutenzione nei depositi militari di Baiano e Marina di Bibbona. Qui, nel 2001, il personale militare aveva chiesto l’effettuazione di analisi per i rischi collegati all’Uranio impoverito.

“La cosa suscitò clamore e produsse nel 2001 le interrogazioni dei Parlamentari leghisti Ballaman e Rizzi e ancora nel 2003 dell’On. Cento (Verdi) – dicono da ‘Lecce Bene Comune’ -. La risposta dell’allora Ministro Mattarella confermò le notizie sulla provenienza dei proiettili, sul loro impiego e rientro nei depositi per il ricondizionamento, smentendo però il contenuto di Uranio impoverito e dichiarando essere invece dotate di penetratori al Tungsteno. Il mistero tuttavia rimase”.

Quello che è certo è che quel munizionamento, poi distribuito in Italia in Poligoni di tiro è finito anche a Torre Veneri, dove è stato impiegato.

Le bonifiche mai effettuate dei fondali marini, ne hanno restituito testimonianza.

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