TARANTO – Potrebbe conoscersi nelle prossime ore il parere dei custodi sul piano da 400 milioni di primi investimenti presentato dall’Ilva per mettere in sicurezza lo stabilimento siderurgico di Taranto e ridurne l’inquinamento.
I custodi hanno incontrato a Palazzo di Giustizia i magistrati. Ai tecnici Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, responsabili delle aree sequestrate, il pool della Procura che si sta occupando dell’Ilva, guidato dal Procuratore capo Franco Sebastio, ha chiesto un parere tecnico essendo appunto i custodi delegati alle questioni specifiche, compresa l’individuazione e l’attuazione delle misure finalizzate a bloccare le emissioni nocive, motivo per il quale è stato disposto con ordinanza del Gip del 25 luglio, il sequestro.
Anche se il Gip ha disposto il sequestro, la Procura è solo responsabile dell’attuazione del provvedimento, come più volte ricordato dallo stesso Sebastio, la Procura vuole un giudizio su ciò che Bruno Ferrante, Presidente del CdA Ilva, ha definito solo una prima risposta di fronte ai problemi.
Insieme al piano, infatti, l’azienda chiede anche la possibilità di avere “una minima capacità produttiva” ed ecco perchè la Magistratura interpella i custodi, visto che il sequestro non contempla la facoltà d’uso degli impianti e che lo stesso Sebastio, sabato scorso, spiegando in una nota la direttiva del 13 settembre consegnata a custodi, sottolinea che all’Ilva va “inibita qualsiasi attività produttiva”.