LECCE – Sofferto, atteso, tribolato: ma alla fine il sospiratissimo ok del pool di 5 banche per il credito ‘salva-Omfesa’ è arrivato. Le novità emergono nel corso di ‘Open’ dedicato alla crisi di liquidità che ha portato sull’orlo del fallimento l’impresa e sul piede di guerra gli operai che, martedì sono arrivati a bloccare i binari.
Il tutto per il paradosso di un’azienda che ha circa 30 milioni di commesse da Trenitalia, ma non può lavorare perchè le banche non concedono – ma ora si può dire al passato, non concedevano – credito.
Un paradosso superato con il pressing istituzionale coordinato dalla Prefettura: delle 5 banche che dovevano assicurare l’affidamento per poco più di un milione e mezzo di euro, una (Monte Paschi di Siena) aveva detto subito sì, due (Banca Popolare Pugliese e Banco di Napoli) avevano assicurato disponibilità. Altre due (Unicredit e Banca Popolare di Bari) traccheggiavano e prendevano tempo, con il rischio di revoca delle commesse e quindi di disastro dell’azienda.
Ma negli ultimi giorni e nelle ultime ore, qualcosa è cambiato.
Ed eccola qui la delibera di Unicredit, l’unica che mancava all’appello. Con questo documento, la crisi di liquidità della Omfesa è di fatto superata. Ma è la prospettiva, ora, a far discutere: perché gli ex proprietari, la famiglia Pacchioni di Mantova, sono ormai fuori. Ennio De Leo fa il traghettatore, ma serve un acquirente nuovo. Che a quanto pare ci sarebbe pure all’orizzonte.