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Lecce va bene come 6

LECCE (di M.Vecchio) – Sei come i punti in classifica, sei come i punti conquistati in due trasferte su tre giocate e sei infine come il numero di gol messi a segno.

Il Lecce è in linea con il cammino salvezza, non è in linea probabilmente con il trend che si aspettava ma poco importa. Il calcio deve stupire e allora ecco che trova un senso vedere la squadra di Liverani aver costruito la sua classifica lontano dal Via del Mare che al contrario avrebbe dovuto rappresentare il proprio fortino, meglio dei giallorossi hanno fatto soltanto Atalanta e Juventus. Il Lecce è quindi squadra che il fortino lo costruisce e lo costruirà laddove riuscirà ad essere la squadra propositiva e attenta che ha dimostrato di poter essere. “Costruiti per giocare” è la filosofia del tecnico.

Marco Mancosu (foto P.Pinto)

Le prime cinque di campionato hanno detto che la difesa non è propriamente affidabile, 11 gol subiti in 5 gare significano una media di 2,2 gol a partita. La peggior difesa a braccetto con Sampdoria e Spal. Svarioni con palla in uscita, leggerezze personali o altro, il tecnico deve limare questa lacuna per poter ottimizzare la sua idea di calcio. Così come moduli di gioco a parte, il tecnico ha compreso bene che insistere su elementi che stentano, rischia di creare ulteriori danni. Meglio affidarsi dunque all’usato sicuro e in buone condizioni, avrà pensato il tecnico romano. La leva generosa di Tabanelli, quella solida e concreta di Mayer e la prontezza di Petriccione nel chiudere le porte agli spiragli avversari, hanno rappresentato un ritorno al recente passato quello dell’usato sicuro per intendersi. Se il playmaker tenuto in naftalina per un Tachtsidis che ancora non sta convincendo riuscisse anche a giocare qualche metro più avanti probabilmente sarebbe molto più utile alla costruzione del gioco. Gioco che attualmente passa dal dinamismo di Falco, ormai messo nel mirino degli avversari dalle prime battute, e da Mancosu rigenerato nel ruolo di trequartista che dà equilibrio alle geometrie del centrocampo giallorosso. Attenzione però… trequartista non è sinonimo di fantasista. Il sardo infatti è concreto e cinico ma anche disattento e contratto a volte, sicuramente non un funambolo ma certamente un punto fermo di Liverani. Determinazione e cattiveria agonistica sono le qualità che non possono mancare al Lecce per essere la squadra che deve difendersi attaccando secondo la filosofia di gioco del tecnico che sta seminando consensi tra i suoi colleghi con le sue idee. Il tempo delle alchimie tattiche sembra lasciare spazio a certezze maturate con il passare dei minuti di campionato. E’ un gioco che si basa sulla conoscenza dei compagni, da qui nasce la richiesta di 7/8 giornate prima di fare un bilancio, un gioco veloce, massimo due tocchi possibilmente nella metà campo avversaria poi campo libero alla fantasia dei giocatori offensivi, con imbucate veloci e inserimenti dei trequartisti. Raramente si vedrà un Lecce chiudersi in difesa, forse in casa di qualche squadra di grande spessore tecnico, ma sempre pronto a colpire. Un calcio che lascia la dimensione provinciale per aprirsi a quello più attuale, di visione europea. Tutto questo piace, questo Lecce piace e riesce a fare punti. Un mix convincente che potrebbe essere la combinazione vincente per aprire le porte alla salvezza.

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