LECCE- Il gup Vincenzo Brancato giudice del processo sulle elezioni del 2014 della Banca di Credito cooperativo Terra D’Otranto è stato ricusato, ma tutti gli atti da cui compiuti sino ad ora, conservano efficacia. Si legge questo nel dispositivo a firma del presidente della Corte d’Appello Vincenzo Scardia che nei giorni scorsi ha accolto la richiesta di ricusazione avanzata dalla Procura di Lecce. Nel processo che vede come principale indagato il sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, rimane quindi stralciata la posizione di Luigi Caiaffa (difeso dall’avvocato Paolo Spalluto) che sarà giudicato a parte e il rinvio dell’udienza ad altra data, il 12 febbraio, quando saranno parte del procedimento, dopo il deposito delle trascrizioni, anche le dichiarazioni del collaboratore Tommaso Montedoro che riguardano proprio Mazzotta. Tutto questo davanti ad un nuovo giudice.
La Corte d’Appello ha accolto la dichiarazione di ricusazione depositata il 21 novembre scorso dal pm Carmen Ruggiero per incompatibilità. La Banca di Credito Cooperativo Terra d’Otranto riveste infatti la qualità di persona offesa dal reato per il quale si procede nei confronti di Giancarlo Mazzotta, Dino Mazzotta, Tommaso Congedo e Italo Potì. E il gup Brancato è, come documentato, prossimo congiunto. Il fratello della moglie del giudice è socio e consigliere d’amministrazione della stessa banca.
La ricusazione del gup è stata motivata dalla Corte per il fatto che non vi sia stata una decisione di accoglimento né di rigetto sulla dichiarazione di astensione presentata dallo stesso Brancato al presidente del Tribunale di Lecce, il quale aveva semplicemente dichiarato la sopravvenuta carenza di interesse del dottor Brancato perché era già stato disposto il trasferimento alla Prima Sezione Civile del Tribunale.
