AttualitĂ 

Ecotassa, l’ultima parola al Consiglio di Stato

LECCE – Saranno i giudici di Palazzo Spada a decidere sulla riduzione dell’ecotassa nei comuni dell’hinterland leccese.

La Regione Puglia ha infatti impugnato al Consiglio di Stato la sentenza del TAR di Lecce del febbraio scorso di annullamento dei provvedimenti regionali che avevano negato a quei comuni questa riduzione.

La vicenda risale al 2014 quando 76 comuni salentini, con in testa il Comune di Lecce, attraverso l’Avv. Luigi Quinto si erano opposti alla decisione della Regione Puglia di fissare l’ecotassa ad € 25,82 per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica, corrispondente al massimo previsto dalla legge.

Nel ricorso i Comuni rivendicavano la riduzione dell’80% del tributo prevista per l’ipotesi in cui è conferito in discarica solo lo scarto di uno dei trattamenti previsti dalla legge. Richiesta cui la Regione si era opposta, invocando la L.R. n. 38/2011, che prevede la premialità solo per il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, di fatto disapplicando la legge statale che invece valorizza il trattamento dei rifiuti prima dello smaltimento.

La tesi sostenuta dai Comuni era stata condivisa dai Giudici del TAR di Lecce e, successivamente, anche dalla Corte Costituzionale, dichiarando quest’ultima incostituzionale la Legge pugliese.

Nonostante questo la Regione Puglia aveva però continuato a richiedere l’ecotassa maggiorata, non solo per il 2014, ma anche per gli anni a venire, obbligando i Comuni a proporre altrettante impugnazioni.

Il TAR, con sentenza di febbraio scorso, ha annullato gli atti regionali ma la Regione non si è però data per vinta ed ha proposto appello al Consiglio di Stato l’ultimo giorno utile, chiedendo la sospensione immediata della sentenza.

L’udienza è fissata davanti alla Quinta Sezione per il prossimo giovedì 25 ottobre.

93 Comuni su 97 hanno dato mandato all’Avv. Luigi Quinto per resistere all’impugnativa della Regione.Una querelle che tira in ballo cifre di enormi, che ad oggi superano i 10 milioni di euro e che, nell’ipotesi in cui il Consiglio di Stato dovesse confermare la sentenza del TAR, dovranno essere restituite dalla Regione ai Comuni, diminuendo la pressione fiscale a carico dei cittadini.

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