Politica

Maggioranza del Centrodestra per dimissioni ma Monticelli, Giordano e Pala traballano

LECCE – Partorisce un nulla di fatto la riunione dei consiglieri di Centrodestra: la linea dimissionaria non passa perchè qualcuno non è d’accordo. Sarebbero tre i presenti ad aver manifestato riserve nei confronti del pugno duro che la maggioranza vorrebbe mettere in atto contro il sindaco Salvemini. Si tratterebbe di Giorgio Pala, Michele Giordano e Bernardo Monticelli Cuggiò. Non sarebbero soli però.

Presenti alla riunione in 13, 4 gli assenti giustificati perchè fuori città. Tra questi il già candidato sindaco Mauro Giliberti, che nelle scorse ore si è detto pronto a dimettersi subito, e che anche oggi non le manda a dire: “Non posso nascondere la mia amarezza. Il centrodestra ha l’occasione di alzarsi dalle sedie e superare i personalismi con le primarie ed il voto subito, partendo da un programma condiviso che è già pronto e dando voce al proprio popolo. Invece mi pare non esserci l’unanimità su questo. Per me si apre una fase di profonda riflessione, perché trovo incomprensibile – specie dopo un ricorso – questo soccorso nei confronti di chi ha apertamente detto di voler addirittura cambiare l’aria all’interno del Palazzo; salvo poi far rientrare da quelle stesse finestre tutto ed il contrario di tutto”.

Assenti anche Paola Gigante (la cui linea d’azione sarebbe ancora incerta) e poi Paride Mazzotta e Federica De Benedetto. Questi ultimi seguiranno le linee guida di Forza Italia, dunque come annunciato dal coordinatore regionale Luigi Vitali “se Salvemini seguirà le indicazioni della maggioranza il suo mandao potrà durare anche fino a scadenza naturale. Viceversa lo scioglimento anticipato sarebbe una diretta conseguenza di una sua scelta”.

Quest’ultimo punto sembrerebbe l’unico a mettere tutti i consiglieri d’accordo: “il fatto che il sindaco rimetta le sorti del gverno nelle mani del Centrodestra è una furbata” dicono all’unisono, annunciando di non volersi prestare al gioco.

Tra chi preme per evitare il salto nel vuoto e chi tenta l’accellerata con la sottoscrizione di un documento unitario, la quadra ancora non si trova.

Quelle emerse sono posizioni molto diverse, spiegano uscendo a turno dalla sala i consiglieri. Nessuno però punta il dito contro qualcuno in particolare: la riunione si conclude con un nulla di fatto.

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