NOVOLI- Non aver paura, “come in passato”, di toccare il settore turistico e andare a fondo con gli accertamenti per bloccare gli appetiti della mafia nel settore. Appetiti che ci sono e che appartengono non ad un’unica organizzazione ma a più clan che si pongono in posizione orizzontale e sono collegati tra loro. L’ex procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, lo dice dopo la nuova relazione semestrale della Dia, che ha confermato una volta di più gli interessi della criminalità nel comparto delle vacanze. Non ci sono ancora elementi certi che attestino la presenza di altre mafie nel settore, per prendere il posto o affiancare quella locale. Ma alcune avvisaglie fanno drizzare le antenne. “Quello turistico è un settore che qui richiede infrastrutturazione – rimarca Motta – e questo lascia presumere che sia finanziato anche da denaro la cui provenienza non è accertata”. Siamo nella fase più pericolosa: “questa calma apparente era prevista”.“Non ci sono isole felici”, aggiunge il magistrato. E quindi, bisogna restare vigili.