Ambiente

“No Tap né moi né mai”: la contestazione si allarga al resto d’Italia

LECCE- La contestazione contro la costruzione del gasdotto attraversa in lungo e in largo l’Italia. Lo fa per mano dei salentini che popolano le città del nord. Lo fa anche per il tramite di chi, istituzioni o semplici cittadini, solidarizza con i manifestanti locali, anche al Sud. A Milano, uno striscione è apparso lungo i navigli: “solidarietà ai No Tap del Salento, salviamo gli ulivi, no gasdotto”. Ad Alessandria, “la verità sta con chi lotta, avanti no Tap”.

Poi c’è il “né moi né mai” apparso tra le strade di Bologna, dove in campo sono scesi anche gli studenti della facoltà di Agraria. Anche a Roma, all’Università La Sapienza, il collettivo della facoltà di Biologia ha espresso “solidarietà a chi resiste nel Salento”.

E il fronte universitario è attivissimo anche qui. Una petizione online, lanciata da Link Lecce per chiedere al mondo accademico e al rettore Vincenzo Zara di schierarsi, come tra l’altro ha già fatto la Chiesa, ha macinato consensi, sfiorando l’obiettivo di 15mila firme in pochissime ore (QUI LA PETIZIONE).

Dopo la giornata di solidarietà nella Val Susa, per unire il fronte No Tap a quello No Tav, anche nel resto del Mezzogiorno si vuol dire la propria. Lo fanno i cittadini di Benevento con uno striscione eloquente: “giù le mani dai nostri territori. Siamo tutti No Tap”. Lo fa il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, con un post su Twitter in cui definisce quella Melendugnese una “lotta di liberazione”. Dalla terza commissione del Consiglio regionale del Molise, inoltre, la “condivisione per una mobilitazione giusta”, come viene definita.

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