Cronaca

Né abbattimenti né fitofarmaci, 25 Comuni contro il Piano Silletti bis

LECCE- Hanno vacillato sì, ma hanno deciso poi di non fermarsi e di andare avanti nell’opposizione alle misure di contrasto all’emergenza Xylella così come stabilite dal commissario straordinario: 25 Comuni del Leccese impugnano anche il Piano Silletti bis, dopo aver già presentato ricorso al Tar Lazio contro il primo. Ai motivi aggiunti depositati il mese scorso contro il decreto ministeriale del 19 giugno si sommano ora i nuovi contro il Piano varato alla fine di settembre. Gli enti hanno già dato mandato ai legali di procedere in questo senso. Lo hanno stabilito i loro rappresentati nella riunione di venerdì scorso convocata a Galatina: procedere in tal senso e farlo nonostante l’attenzione si sia spostata nel frattempo in provincia di Brindisi. Questo perché non si condivide nel complesso l’impianto del Piano e perché si ritiene che ci siano fondate ragioni di tutela degli interessi pubblici.

Gli enti locali a sottoscrivere il ricorso sono stati i 7 Comuni dell’Unione Terre di Leuca, i 12 della Grecìa salentina, i tre dell’Unione di Andrano, Diso e Spongano, oltre a Vernole, Galatina e Trepuzzi. C’è, dunque, anche il Comune del Nord Salento, lì dove l’abbattimento degli alberi infetti per mano dei proprietari va avanti e dove, sui ricorsi dei singoli proprietari, il Tar Lazio ha lasciato poche speranze. A rappresentare i Comuni saranno i legali Mariano Alterio e Mario Tagliaferro, con la consulenza giuridica di Nicola Grasso, docente di diritto Costituzionale all’Università del Salento.

L’azione corale è sentita ed è articolata su più motivazioni: l’avversione all’uso obbligatorio di pesticidi previsto dal Piano senza studi epidemiologici adeguati; la contrarietà allo sradicamento degli alberi prima di provare a curarli, ciò che nel resto del Leccese potrebbe essere favorito dall’allargamento della platea che può usufruire degli indennizzi; l’opposizione al divieto di reimpianto degli ulivi a fini produttivi. In generale, si vorrebbe proteggere il bene paesaggio e, prima ancora, la tutela della salute, su cui l’uso di fitofarmaci potrebbe incidere, come confermato anche dall’Arpa Puglia.

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