Cronaca

Proiettili, auto incendiate e teste di cane mozzate: quando lo stalking è “rosa”

MESAGNE- OPERAZIONE FEMME TROMPEUSE: Blitz degli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Mesagne, guidati dal vice questore aggiunto Rosalba Cotardo: in mattinata sono stati eseguiti due arresti nei confronti di un’infermiera professionale di Brindisi di 47 anni e di un 37enne di Taranto, impiegato nel settore privato. I due sono accusati di atti persecutori e danneggiamento, ai danni di un uomo di Mesagne di 47 anni, impiegato presso il Petrolchimico.

Per qualche tempo, la donna e la vittima hanno vissuto una relazione sentimentale, fatta di alti e bassi. Lei, in particolare, era molto gelosa tanto da assumere un atteggiamento morboso nei confronti del compagno, il quale, quanto è terminata la storia d’amore, è stato bersaglio di diversi episodi criminosi.

Uno dei primi epsiodi risale al 4 giugno 2014, quando gli è stata incendiata l’Audi A4 Avant parcheggiata per strada. Un incendio a cui sono seguiti diversi sms contenenti minacce, molestie: “Apri gli occhi che a chiuderli non ci vuole niente”, “Era bella Audi dopo il botto”, “Non mi scappi boom” , “Guardati sempre in giro”, “Saprai correre quando ti scarico un caricatore calibro 9”, “I botti di capodanno ti arrivano prima”, “Inutile nascondersi, gli AK47 bucano i muri”, ecc. E ancora, la persecuzione è proseguita su Facebook, quando è stato violato il suo profilo e clonata la sua password.

Il mesagnese è stato destinatario anche di alcuni proiettili in busta chiusa (risalente a febbraio 2015), della testa mozzata di un cane in una busta di plastica lasciata sull’uscio di casa, di altri incendi che hanno interessato la sua seconda e terza macchina, una Fiat Panda nel 9 maggio 2015, e una Lancia Musa l’8 luglio 2015. E ancora, il 6 ottobre scorso, ha ricevuto un nuovo proiettile in una busta chiusa..

Tanti, diversi episodi, tutti regolarmente denunciati in Commissariato. L’attività di indagine è stata lunga e laboriosa, agevolata sì dai sistemi di videosorveglianza ma al tempo stesso resa difficile dalla scaltrezza dei due responsabili che utilizzavano metodi comunicativi in codice e numerose schede telefoniche intestate a terzi soggetti, completamenti ignari di quanto accadeva. Ma alla fine, gli agenti sono riusciti a smascherare i due indagati e ad ammanettarli. Per il 47enne sembra che l’incubo sia finito.

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