Politica

Per Emiliano incognita statuto: la modifica potrebbe essere cassata dalla Consulta

BARI- Lunedì un nuovo incontro con il governatore uscente, Nichi Vendola. Martedì tutti a rapporto. Eletti e non eletti per fare il punto della situazione. Poi, probabilmente, la proclamazione ufficiale in Corte d’Appello. Michele Emiliano si prepara ad una settimana densa di impegni e dalla quale partiranno i 10 giorni a disposizione per creare la sua giunta.

7 assessori, 5 uomini e due donne, ha ipotizzato Emiliano, piuttosto che bypassare i paletti imposti dallo Statuto. La sensazione di chi fa parte della sua maggioranza è che quella di martedì sia l’unica convocazione e che la formazione del suo esecutivo sarà frutto, in gran parte, di valutazioni personali senza consultazioni. Un blitz, insomma, per evitare pressioni. Almeno per una parte, se dovesse scegliere poi di aprire come più volte annunciato alle primarie.

Il resto degli assessori da nominare in un secondo momento, alla modifica dello Statuto. Il punto è che il neo presidente possa, su questo, incappare in futuri contenziosi con il governo.

Il motivo è presto detto: nel 2012 il Consiglio regionale, dopo un lunghissimo dibattito durato anni, dà il via libera alla legge che riduce il numero dei consiglieri e che modifica lo statuto introducendo il limite di due assessori. Il tutto lo fa recependo una legge del governo Monti sul contenimento della spesa. Si poteva non farlo, certo, ma la legge nazionale non potendo limitare l’autonomia delle Regioni trovò un’altra strada: per chi non riduce i costi della spesa pubblica, sarà applicata una premialità al contrario, vale a dire una sanzione, che equivaleva a ridurre l’ammontare del finanziamento concesso alle Regioni. Si decise dunque di optare per la riduzione dei costi visto che nessuno voleva prendere la responsabilità di un minor introito nelle casse della Regione per pagare gli stipendi a consiglieri e assessori esterni.

Alcune regioni si opposero alla Corte costituzionale che fu chiara: il coordinamento di finanza pubblica che è competenza dello Stato e prevale sullo Statuto.

Emiliano fa appello ad un altro principio difeso da legge centrale, la parità di genere. Quale prevale? Il contenimento della spesa o la parità di genere? Domanda che certamente si porrà il Consiglio dei Ministri e che potrebbe aprire un contenzioso allungando i tempi.

 

 

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