Cronaca

Nuova guerra a Tap, comune e comitato impugnano l’ok del Ministero al gasdotto

MELENDUGNO- La nuova guerra giudiziaria contro il gasdotto Tap passa per i due ricorsi appena depositati al Tar Lazio e con i quali, da un lato, il Comune di Melendugno e, dall’altro, il Comitato No Tap impugnano il decreto di rilascio della Valutazione di impatto ambientale firmato il 12 settembre dal ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti. Un passaggio preannunciato e quasi obbligato, ma che di certo avrà un’onda d’urto sul tavolo convocato a Roma il 3 dicembre in sede di conferenza di servizi, presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Questa nuova via giudiziaria va a intersecarsi con quella che la stessa multinazionale ha avviato in primavera, di fronte allo stesso Tar Lazio oltre che con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, a cui si è rivolta per chiedere di annullare le note del Servizio Rischio Industriale della Regione Puglia sui rischi rilevanti.

È un punto, nevralgico, su cui anche il doppio ricorso odierno batte molto per provare a inficiare la Via. La tesi di Comune e Comitato è nota: la valutazione non poteva essere rilasciata dal Ministero senza che fosse valutata l’applicazione della normativa Seveso da parte della Regione, che si ritiene, tra l’altro, unica competente in materia. E non è una piccolezza. Tap non avrebbe fornito indicazioni sui quantitativi di gas che saranno presenti nella condotta a terra e nel Prt alle porte di Melendugno. È uno dei motivi che ha anche portato Alfredo Fasiello, a capo di un altro distinto gruppo di attivisti, il Comitato No Tap Salento, a depositare esposto in Procura nei giorni scorsi. Questa, però, non è l’unica questione inserita nei ricorsi al Tar.

Sono almeno una dozzina i punti nel mirino: si ritiene la valutazione di impatto strategico invalidata perché il progetto sarebbe non completo, in quanto non calcolerebbe gli impatti cumulativi della sezione di Snam, da Melendugno a Mesagne; poi, si punta l’indice contro presunti vizi procedurali dovuti a date sbagliate, documenti senza firma digitale e protocollati senza riferimento; una perizia tecnica allegata, a firma dell’ingegnere chimico Alessandro Manuelli, inoltre, svelerebbe presunte incongruenze tra il sì alla Via e le 58 prescrizioni rilasciate, come, ad esempio, nel caso in cui viene richiesto a Tap di fornire garanzie sulla costruzione del microtunnel e un eventuale piano b da valutare ambientalmente ex novo. 

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