SAN MICHELE- Rifiuti cimiteriali, ovvero i resti delle esumazioni del campo santo, stoccati all’interno di un piccolo deposito. Che, però, non è autorizzato per quel tipo di rifiuti. Speciali. E forse anche un po’ macabri.
Sequestro da brividi, con annesse denunce eccellenti, a San Michele dove la sezione Brindisina del Corpo Forestale ha posto i sigilli al magazzino, sito nella stessa area cimiteriale e sotto sequestro, nei fatti, dallo scorso mercoledì’ quando il gip, su indicazione del Pm, ha firmato il provvedimento.
I militari hanno ritrovato all’interno del deposito scarti di metallo, legno delle bare e relative imbottiture, e persino resti degli indumenti dei cadaveri. Tutto, secondo l’accusa, illecitamente trattato e depositato nell’immobile dell’orrore, privo di questo tipo di autorizzazioni.
I rifiuti, inoltre, non erano neppure registrati, come la normativa impone e, quindi, neppure tracciabili temporalmente. Impossibile risalire alla loro produzione o individuare il tempo di permanenza all’interno dell’area.
Le responsabilità, almeno per il momento, cadono in capo al sindaco di San Michele, l’avvocato Pietro Epifani, denunciato a piede libero insieme ad alcuni funzionari. Giova ricordare che il Testo unico ambientale prevede per le violazioni riscontrate l’arresti da tre mesi ad un anno e ammende comprese tra i 2600 ed i 26.000 euro, oltre alle sanzioni amministrative a carico del Comune.