Politica

Il ritorno a Forza Italia tra inquietudini e speranze

LECCE- Il passaggio a Forza Italia inquieta i colonnelli del Pdl. Ci sono tanti punti oscuri: chi saranno le nuove leve di quello che Raffaele Baldassarre definisce un remake? Ci saranno delle novità o sarà un restyling gattopardesco, che in questo periodo va di moda in tutti i partiti? In molti sono scettici.

L’eurodeputato Baldassarre lo dice senza peli sulla lingua: “Si può tornare indietro puntando nuovamente sul partito leaderista e carismatico, proprio nel momento in cui non è chiaro quanto sarà ancora in campo Berlusconi. Perché non puntare su un ideale europeista, perché non puntare sul Ppe piuttosto?”.

Anche su questo argomento la risposta di Marti, che rispecchia la posizione ufficiale del partito, è chiara: “I buoni risultati elettorali si devono al nome di Berlusconi”.

Per Congedo, ex anima minoritaria, siamo ancora alla fase degli annunci: “E’inutile esprimere un giudizio, senza conoscerne bene i contorni. Non è chiaro il concetto nella sua interezza: meglio parlare di contenuti”.

Ma il coordinatore provinciale Antonio Gabellone parla di ipotesi concreta, “perché Berlusconi ci ha già abituati a rapidi cambiamenti”. Nascerà un altro partito leggero con nuovi volti dell’imprenditoria, secondo la linea ufficiale.
Ma la linea ufficiale non basta a vincere lo scetticismo. Ci sono anche gli alleati che guardano con curiosità agli sviluppi della vicenda.

Nel Mir, il coordinatore regionale Paolo Pagliaro, esprime l’auspicio che il nuovo soggetto politico possa essere veramente una grande opportunità per il Paese e che possa riaccendere gli animi di chi aveva chiuso nel cassetto la passione per la politica “E’ fondamentale aprire la politica alla società civile, al mondo dell’associazionismo e dell’impresa, a nuovi volti in grado di rispettare quella vocazione moderna, moderata e liberale che nel ’94 accese l’entusiasmo di chi aderì a Forza Italia. Un esperimento, quello, di cui si è insabbiata l’ispirazione positiva a causa di un modo di far politica che ha portato il Paese sul baratro e alimentato un sentimento diffuso e giustificato di anti-politica”. E’ necessaria una svolta vera per Pagliaro: tornare a rappresentare il mondo dell’impresa, di chi produce e di chi lavora e lottare insieme a loro contro i mille ostacoli della burocrazia, contro sprechi e privilegi.

Per non lasciare spazio a Grillo, secondo il coordinatore regionale del Mir, è necessario che il cambio di nome non sia solo un’operazione di facciata: servono nomi nuovi e un modello forte e radicale di cambiamento.

“Se la nuova Forza Italia non cercherà la sua linfa nella partecipazione, meritocrazia e trasparenza conclude Pagliaro ce ne faremo una ragione, anche perché comunque sarà il Mir la casa dei moderati e liberali in compagnia di tutti i cittadini che vorranno entrare in politica e costruire un nuovo modello vincente insieme a noi, comunque alleati di Silvio Berlusconi e di Raffaele Fitto in Puglia”.

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