BARI – Dopo anni di rinvii, il nodo è arrivato al pettine. La Regione deve trovare la via d’uscita per disinnescare quella bomba ad orologeria chiamata Consorzi di bonifica. E la strada non è semplice. L’ente di lungomare Nazario Sauro si trova tra due fuochi. Da un lato la necessità di colmare il debito complessivo pregresso che ammonta a 274 milioni di euro, dall’altro quello di non sapere dove prendere i soldi.
Su questo si è incentrato il vertice di maggioranza convocato dal governatore di Puglia Nichi Vendola. Il problema è tutto politico e risolverlo non è semplice.
Da un lato c’è la consapevolezza che uno dei più grossi problemi è la spesa per il personale. I Consorzi sarebbero – a quanto trapela – popolati da un “esercito di ragionieri e geometri che percepiscono uno stipendio di tutto rispetto” ma che sono del tutto inutilizzabili per risollevare le sorti finanziarie delle strutture.
Dall’altro c’è l’impossibilità di chiedere agli agricoltori di mettersi le mani nel portafogli, pagare le cartelle esattoriali dopo che per anni non lo hanno fatto e risanare così parte del debito. Ma del resto, anche per questo motivo, i Consorzi di bonifica non hanno entrate proprie e, dunque, sono del tutto incapaci di reggersi autonomamente sulle proprie gambe. E allora occorre vagliare tutte le possibili soluzioni. L’assessore all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni, ha avanzato una serie di proposte che nei prossimi 10 giorni saranno perfezionate e portate nuovamente nel vertice di maggioranza.
Il debito passato che come detto ammonta a 274 milioni di euro – di cui 44 milioni del Consorzio Terre d’Arneo, 80 milioni sono il debito del Consorzio Stornara e Tara, e 29 quello di Ugento Li Foggi – potrebbe essere ripianato attingendo il necessario dai Fondi FAS, ma su questa strada qualcuno storce il naso. Anche per le Ferrovie Sud-Est lo si propose, ma lo sbarramento fu totale. L’altra ipotesi sarebbe quella per la Regione di stipulare fideiussioni da spalmare negli anni.
Quanto al bilancio corrente che presenta un debito strutturale occorre reinventarsi qualche nuova strada per incassare qualcosa. Inserire nuovi servizi come l’utilizzo degli impianti di affinamento delle acque, mettere a disposizione le condotte per il passaggio della fibra ottica.
Tutte soluzioni che saranno valutate e sulle quali non è semplice trovare la quadra. Nardoni ha una decina di giorni per valutare il tutto e non intraprendere nè la strada dei licenziamenti, nè quella delle cartelle esattoriali. La giunta dovrà prima varare il piano dei rifiuti e poi si dovrà necessariamente passare a risolvere il nodo Consorzi.