LECCE – Dalle urne del 25 febbraio è il PDL a perdere più sangue, nonostante rimanga il primo partito: -16,75 punti in media rispetto al 2008, con picchi che nella città capoluogo arrivano al -21,65%. Eppure, si parla oggi di rimonta.
Il Sindaco pidiellino di Lecce, Paolo Perrone, è soddisfatto: “Siamo ancora il primo partito, con percentuali ben al di sopra della media nazionale. Se fossero state elezioni amministrative, avremmo vinto nuovamente”.
Il primo cittadino circa l’exploit di Grillo a Lecce che dalle urne risulta essere il primo partito in città, stigmatizza il fenomeno: “Ricordo che alle elezioni amministrative il Movimento 5 Stelle ha preso il 4%. Se valesse il dato cittadino delle ultime elezioni, Michele Emiliano dovrebbe dimettersi da Sindaco della città di Bari e Nichi Vendola dalla Presidenza della Regione Puglia”.
Rimanda l’analisi ai piani romani del partito anche il Consigliere regionale del PDL, Saverio Congedo: “In questa partita hanno giocato un ruolo-chiave i leader dei partiti. Sono loro ad aver spostato i pacchetti di voto”, dice Congedo.
Così anche la leader di Grande Sud, Adriana Poli Bortone: “I dati cittadini e provinciali confermano un andamento generale del voto, di protesta, a Lecce come altrove, nei riguardi del governo nazionale, specialmente contro Monti e i suoi alleati che sono scomparsi dallo scenario politico nazionale”.
Di tutt’altra posizione la lettura politica del leader del Movimento Regione Salento, Paolo Pagliaro che invita ad aprire una riflessione sia a livello regionale che provinciale: “Tantissimi amici del Centrodestra hanno votato Movimento 5 Stelle, perchè hanno voluto dare uno scossone, utilissimo. Grazie a Grillo, il tappo è saltato, d’ora in poi niente sarà lo stesso. I partiti o si rigenereranno o moriranno. Spazio a nuove idee e nuovi soggetti politici sia a destra che a sinistra. La democrazia ha bisogno di tutti – dice -. Chi minimizza il fenomeno Grillo, è morto e alle prossime elezioni continueremo a prendere una mazzata fortissima, sia noi del Centrodestra che il Centrosinistra. Il segnale c’è da tempo – incalza – bisogna cambiare marcia”.