LECCE – Incubo Imu per i leccesi. Palazzo Carafa riporta la prima casa al 4 per mille, la seconda sale fino al 10,6. E’ la maxi stangata deliberata dalla giunta del Comune di Lecce e non si tratta di uno scherzetto, visto il periodo.
Tuttavia, nonostante le promesse mancate dell’Amministrazione, il Sindaco Paolo Perrone e l’Assessore al ramo, Attilio Monosi, in Conferenza stampa, tengono a precisare i motivi: tutti romani.
Colpa del Ministero che per agevolare alcune città, vedi Roma, l’Aquila, Napoli, Catania, Reggio Calabria, ne penalizza altre, fra queste Lecce al 3° posto dopo Benevento ed Ascoli Piceno.
In soldoni, il Ministero ha aumentato ad alcuni ed abbassato altri i parametri di invarianza Ici per alcuni centri che si traduce in aumento o diminuzione della tassa. “Lecce è stata penalizzata”, incalza Perrone che non demorde: “Questa documentazione verrà allegata al ricorso sull’Imu già protocollato. In attesa però di conoscere gli esiti della sentenza, i cittadini dovranno fare dei sacrifici”.
Se Palazzo Carafa non avesse aumentato le aliquote, avrebbe sforato il Patto di stabilità. All’appello mancano 4 milioni e mezzo di euro. 2 milioni sono stati tagliati dal Ministero, altri 2 congelati poiché Roma non si è espressa sul condono Tarsu. L’ultimo mezzo milione andato perso riguarda la Marina di Casalabate passata a Trepuzzi e Squinzano.
Per questi motivi il Governo cittadino ha deliberato l’aumento Imu. Ma sia Perrone che Monosi restano sulla difensiva e proclamano guerra a Roma.