Politica

Sel si spacca, c’è chi prepara il passaggio nel Pd. Braccio di ferro sulle primarie pugliesi

BARI- Nel centrosinistra è cominciata già da un po’ la partita per le regionali: il Pd è padrone dei giochi mentre il Sel, uscito con le ossa rotte dalle europee, fatica a non sfaldarsi. Il 41 per cento di Renzi attrae molti componenti del partito di Vendola. Qualcuno teorizzava già una eventuale fusione tra Pd e Sel, ma sembra che la corsa tra le file dei democratici sia già cominciata, in maniera disordinata.

Cominciano le defezioni, la corrente che vuole aprire al governo Renzi si è fatta sentire e crea la spaccatura sostenendo il provvedimento degli ottanta euro inserito dal premier, con dimissioni annesse del capogruppo Sel, Gennaro Migliore. Vendola annaspa e capisce subito che una parte del suo partito è fuori controllo. “Sel, nonostante il fascino dei vincitori non può dichiararsi filo-renziana”- tuona il governatore della Puglia. Il gruppo parlamentare di Sel è fuori controllo e ci sono molti dirigenti che preparano da tempo il passaggio nel Pd.

Fratoianni ha cercato in ogni modo di far capire che Sel non può supportare Renzi, perché è all’opposizione, ma nel partito c’è già chi viaggia per conto suo. Da qualche tempo circolano voci insistenti sul possibile ritorno di Dario Stefano nel Pd, ma solo dopo le primarie: qualcuno è convinto che il senatore aspetterà le consultazioni di coalizione, sfiderà sicuramente Emiliano e altri candidati del Pd supportato dal governatore in carica, per poi fare il passaggio.

In realtà, Stefano è nel gruppo di Sel in Senato, ma è stato eletto nella Puglia per Vendola: il suo passato e da moderato, è un pesce fuor d’acqua nella sinistra radicale, perché proviene dalla Margherita. L’indebolimento di Sinistra Ecologia e Libertà a livello nazionale, unito all’allontanamento dei socialisti in Puglia, dà forza a Michele Emiliano, deciso a fissare la data per le primarie a ottobre. I motivi di tanta fretta sono chiari: il segretario regionale deve convincere il Csm a concedergli l’aspettativa per “motivi elettorali”, altrimenti rischia di dover rientrare in magistratura, con il risultato di disporre di molto meno tempo per preparare la sua candidatura a governatore della Puglia. Ma nel Pd sono in molti a voler mettere i bastoni tra le ruote del sindaco uscente di Bari. Per Blasi, ed esempio, non c’è fretta.

“Bisogna prima elaborare le regole e condividerle con la coalizione- spiega -. Abbiamo preparato una bozza da sottoporre all’attenzione degli alleati. La data viene dopo”. Vendola s’indigna, non gradisce che gli alleati dettino l’agenda e spiega che Sel non farà il cagnolino fedele. Emiliano, però, ha preparato il piano b: se il governatore continuerà a mettersi di traverso, si potrebbero fare le primarie del Pd a ottobre e poi, a gennaio, quelle di coalizione. Ipotesi che fa già storcere il naso ai detrattori del segretario.

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