Cronaca

Detenuto malato tenta il suicidio

SULMONA- “Un gesto disperato e annunciato“. Lo definisce così Paola, compagna del detenuto salentino Giuseppe Martena che ha provato a togliersi la vita in una cella del carcere di Sulmona dove sta scontando la sua pena.
Giuseppe, 33 anni di Squinzano, ha estratto l’elastico dai suoi stessi slip, lo ha legato alle sbarre della finestra, lo ha girato intorno al collo, poi si è seduto sullo sgabello dopo aver scritto un biglietto con poche parole. A salvarlo è stato un agente penitenziario che durante un giro di controllo, nel braccio del carcere dove si trova il giovane, si è accorto di quanto stava accadendo.

Giuseppe Martena, ora piantonato in regime di sorveglianza a vista, è gravemente malato e rischia la vita ogni giorno per mancanza di cure adeguate.

L’ennesimo rigetto della sua richiesta di sospensione della pena o di detenzione domiciliare per gravi motivi di salute, avanzata dal legale della famiglia, l’avvocato Paolo Maci, lo ha portato alla disperazione. È costretto a letto con un catetere e vive in uno stato di grave sofferenza per un’infezione renale. Per lui si prospetta la dialisi permanente. Una malattia che dovrebbe essere monitorata costantemente in un letto d’ospedale. E invece Giuseppe è abbandonato a se stesso imbottito di antidolorifici.

L’ennesimo appello ad un atto di clemenza da parte dei giudici di sorveglianza, la giovane compagna lo aveva lanciato già un anno fa. La notizia del tentato suicidio ha avuto grande risonanza sulla stampa locale.

“I detenuti non sono carne da macello”, dice Paola che ha preso carta e penna, e ha rivolto il suo ultimo appello alla società ed alle istituzioni. Si dice disperata, stanca, affaticata, delusa dal sistema, dallo Stato, dalla Non-Giustizia..”Di carcere si muore e questa potrebbe essere anche, se non si interverrà immediatamente, la fine che farà Giuseppe, detenuto dall’eta di 19 anni, con una condanna a 26 anni per omicidio , una brutta storia”, dice la compagna, più grande di lui nella quale si è trovato immischiato. Si tratta dell’omicidio di Antonio Albanese di Torchiarolo, maturato nel contesto di una guerra tra clan.

 

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