Cronaca

Stipendi d’oro, sotto sequestro lo stipendio del Comandante

FRANCAVILLA FONTANA (BR)  –  Niente stipendio, finito sotto sequestro,  per il Comandante della Polizia Municipale di Francavilla.  Il 56enne Cito, vincitore di un bando per la mobilità, arrivò nella ‘città degli Imperiali’ già con i galloni, indagato nell’ambito dell’inchiesta sui concorsi truccati per l’assunzione di Vigili Urbani presso il Comune di Andria svolti tra il 2001 e il 2003.

La condanna in 1° grado venne confermata in appello e il Comune di Francavilla fu costretto ad avviare l’apposita procedura di sospensione. 

Ma per Cito, anche indagato dalla Procura di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sugli stipendi d’oro al Comune di Martina Franca, è ora arrivata un’altra batosta.

Lo scorso primo marzo, infatti, i Carabinieri del Comando provinciale ionico, hanno notificato al Comune della ‘città degli Imperiali’, il decreto di sequestro preventivo nei confronti del suo Comandante, sì sospeso, ma ancora pagato dall’ente che corrisponde a Cito il 50% del suo stipendio come disposto dalla normativa vigente. Il provvedimento affonda le sue basi nella nuova e recente svolta dell’inchiesta martinese.

Il Pubblico Ministero tarantino Daniela Putignano ha, infatti, recentemente chiuso le indagini sull’inchiesta che investe, insieme a Cito, altri 10 ex dirigenti e funzionari comunali accusati a vario titolo di “truffa aggravata ai danni del Comune di Martina”, che avrebbero, secondo la Procura, indebitamente percepito le retribuzioni relative al “trattamento economico accessorio”, per le annualità dal 2000 al 2007, retribuzioni di risultato sino al marzo 2008 e retribuzioni di posizioni sino al marzo del 2011.

Somme da capogiro, per un ammonto complessivo di 1 milione e 800.000 €. E così, proprio nei giorni scorsi, il GIP ha disposto il sequestro preventivo dei beni. Nel caso di del Comandante dei Vigili Urbani, a finire nel calderone, è lo stipendio mensile corrisposto dal Comune di Francavilla Fontana, sequestrato fino al raggiungimento di una somma superiore ai 300.000 €.

Intanto Cito continua la sua battaglia personale per rientrare finalizzata, oltre ad uscire pulito dalle vicende in cui è coinvolto, al reintegro in servizio. Ma a decidere, una volta per tutte, sarà il Consiglio di Stato.

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