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Positivi nel caos, in coda per ore o “abbandonati in casa”. Code anche in farmacia

LECCE – In coda dalle prime luci dell’alba per sapere se si è ancora positivi al Covid o per sapere se, in quanto contatti stretti di un positivo, si è stati contagiati o meno.

La situazione, qui al centro tamponi Asl del palazzetto dello sport di Lecce in via Caduti di Nassiryia, traversa di via Merine, non fa che peggiorare di giorno in giorno. E lo segnalano anche le mappe. “In una fase emergenziale come quella attuale è inammissibile – dicono – che ci sia solo un solo centro tamponi per Lecce e parte della provincia”.

La coda parte dalla tangenziale e ancora prima, dalla statale Maglie-Lecce.

Chi è positivo o con persone positive in casa non sta meglio: decine le segnalazioni di chi si dice “totalmente abbandonato in balìa degli eventi e senza sapere come comportarsi”. La signora Giusy Colapietro è positiva, in casa c’è suo marito che qualche giorno fa era negativo e ora chissà. Sua figlia e le sue nipotine, in un’altra abitazione, sono positive. Le bambine hanno un anno e mezzo e cinque anni e, in questi giorni, si sono aggravate.

Altri positivi segnalano che, data la lentezza nelle operazioni di tracciamento, si rischia di avere l’annullamento del green pass quando si è già negativizzati. Per cui qualcuno, asintomatico o con sintomi lievi, non fa il molecolare per evitare di essere segnalato con grande ritardo dalla Asl, essendo poi costretto a restare a casa ben oltre il necessario. E allora ci si affida ai tamponi rapidi. Altra storia, questa, e altra coda: quella in farmacia.

Il dott. Alfonso Migali, dell’omonima farmacia leccese e segretario di Federfarma, fa sapere che nella sola giornata di sabato sono stati venduti 500 test rapidi.

Ma attenzione: sottolinea che molte persone si presentano per il test dopo poche ore dalla scoperta di aver avuto un contatto con un positivo. Questo non solo non serve, “perché sarebbe bene far passare almeno un paio di giorni”, ma provoca doppie code perché poi ci si rifà il test dopo pochi giorni.

Intanto, la normativa è cambiata: prima in farmacia non si potevano fare test antigenici rapidi a chi avesse sintomi, ora invece sì.

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