Cronaca

Tensione nel carcere di Taranto: focolaio Covid con 30 detenuti, rischio di altri contagi

TARANTO- Cinque mesi fa il primo focolaio Covid. Ora la storia di ripete nel carcere di Taranto, dove trenta detenuti sono risultati positivi. In mattinata è stato comunicato il risultato dei tamponi effettuati su coloro che erano stati a stretto contatto con un paio di reclusi che avevano manifestato tutti i sintomi della malattia. Ora i test saranno estesi anche al resto della popolazione della casa circondariale e al personale.

A dare la notizia è il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che confida nell’effetto dei vaccini già somministrati nei mesi scorsi ma che stigmatizza la “superficialità” di alcuni comportamenti.

Nel mirino c’è soprattutto la ASL di Taranto, che secondo il sindacato avrebbe allentato le maglie dei controlli. Poi, l’amministrazione penitenziaria “che, nonostante un’epidemia in corso, ha  continuato e continua a riempire il carcere di detenuti provenienti da ogni dove”, senza dimenticare “la miriade di ristretti che giunge a Taranto da altri penitenziari della Puglia e fuori, per partecipare ai processi attraverso  le videoconferenze e poi tornare nelle carceri di provenienza”. D’altronde, la casa circondariale di Taranto potrebbe ospitare non più di 300 detenuti, ma è arrivata a contenerne quasi 700 utilizzando  un piano del nuovo padiglione, gestito però con lo stesso personale di prima.

Sotto accusa anche le disposizioni introdotte dal governo inerenti il green pass: è richiesto ai poliziotti, “mentre familiari di detenuti, avvocati, visitatori e quant’altro, che hanno poi contatto con i detenuti, entrano senza alcun controllo”.

In attesa di una risposta dalla Prefettura a cui è stata chiesta una convocazione, si invoca un immediato sfollamento di almeno 200 detenuti; l’invio  di almeno 50 poliziotti; il blocco dell’ingresso di detenuti nuovi e di tutte le udienze in videoconferenza di detenuti che non sono ristretti a Taranto; l’invio da parte dell’ASL di tutto il personale sanitario necessario; il controllo di tutti i visitatori con esibizione del green pass per entrare, così come avviene per tutti i lavoratori; la pianificazione con urgenza della terza dose del vaccino. In caso contrario, si annunciano già azioni di protesta.

 

 

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