Attualità

I furbetti dell’ombrellone tornano in azione: scatti e polemiche in rete

CASALABATE – Prima di andare a dormire o alle prime luci dell’alba, il rituale si ripete ogni anno: un membro della famiglia raggiunge la spiaggia libera, pianta l’ombrellone che poi occuperà con tutta calma, certo di essersi assicurato un posto nell’eventuale calca di bagnanti. Un fenomeno diffuso quello degli “Ombrelloni segnaposto” che, puntuale, si ripete ogni estate. Questa volta gli scatti che state vedendo, e che postati sui social hanno sollevato la polemica, immortalano la porzione di spiaggia libera della marina di Casalabate.

Alle 8 del mattino la situazione è questa: non solo ombrelloni, prima e seconda fila sono occupate anche da spiaggine e materassini, costringendo persino chi arriva alle 9 a doversi accontentare della terza fila e delle briciole lasciate dai bagnanti “fantasma”.

Tantissime le testimonianze e le foto-denuncia pubblicate su fb al margine di una prima segnalazione di un bagnante: all’unisono si invoca l’intervento della Capitaneria di Porto che, negli anni precedenti, ha già proceduto a blitz e sequestri, in particolar modo a Porto Cesareo e lungo il litorale neretino.

È bene ricordare infatti che l’ordinanza regionale, su questo fronte, parla chiaro: “È vietato (…) lasciare sulle spiagge libere, oltre il tramonto del sole, ombrelloni, lettini, sedie sdraio, tende o altre attrezzature comunque denominate” si legge. Una prescrizione, questa, sufficiente a connotare proprio come illecito quel comportamento che già intuitivamente si poteva definire come irrispettoso del normale senso civico.

E.Fio

Articoli correlati

Pasqua: a tavola vince la tradizione

Redazione

Regione critica sull’impianto di Odra. Maraschio: “Fondamentale pianificazione”

Redazione

Personale ATA, Pagliaro: “Impegno in conferenza Stato-Regioni per assunzione persone in graduatoria”

Redazione

In una scuola di Supersano abolito voto in condotta. Protesta un gruppo di genitori

Redazione

La morte dell’allora sindaco di Latiano, Zizzi: per la Cassazione fu “infortunio in itinere”

Redazione

Da Firenze a Faenza: 100 km di emozioni.

Redazione