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“La festa è finita” e il sindaco Salvemini mette i puntini sulle i

LECCE – “La Festa è finita. Come da tradizione c’è chi la ha apprezzata e chi – invece – è rimasto deluso. Forse la novità rispetto al passato è la veemenza di alcuni giudizi, espressione di un tempo che ha incattivito gli animi di molti”. È il primo commento a caldo del sindaco di Lecce Carlo Salvemini, all’indomani della chiusura della tre giorni dedicata ai Santi patroni.

Prima i ringraziamenti, poi le precisazioni.

“Siamo contenti perché sappiamo due cose – scrive il sindaco su fb – anzitutto di essere riusciti a migliorare sul fronte delle manifestazioni, della pulizia, dell’ordine, del contrasto all’abusivismo, e poi perché consapevoli di poter fare ancora di più”.

Poi i puntini sulle i, soprattutto in risposta ad alcune critiche sulla presunta dimuzione del numero di bancarelle e luminarie. “Non ci sono meno bancarelle del passato – precisa – abbiamo liberato il lato di via xxv luglio e viale Marconi per tutelare le attività commerciali che prima venivano letteralmente sequestrate dalla festa. Abbiamo voluto che Sant’Oronzo sia per tutti: gli ambulanti della fiera e i commercianti che lavorano tutto l’anno”.

Sul fronte luminarie, invece, la conferma: “Sono meno del passato -dice- abbiamo dovuto fare i conti con le risorse disponibili in bilancio e la scomparsa del comitato feste che impone all’amministrazione di fare tutto da sé. Obiettivo delle prossime edizioni è riuscire a garantirle dentro tutto il percorso della fiera. Se si animasse in città un comitato – di cui il Comune per legge non può fare parte – sarebbe di aiuto”.

Il primo cittadino esprime soddisfazione, infine, per l’impostazione “diffusa” della festa (ossia non solo in Piazza Sant’Oronzo), il recupero delle tradizioni come la cassa armonica in piazza e il concerto bandistico e per l’aumento dei passeggeri a bordo dei mezzi pubblici messi a disposizione.

Prossimo obiettivo, annuncia, “privilegiare l’offerta di specifiche tipologie di prodotti nelle bancarelle per valorizzare di più e meglio alcune tipicità della nostra tradizione artigiana e gastronomica”.

 

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