NOVOLI – Indagini difensive che vanno avanti da due anni ed ora il primo risultato: l’iscrizione nel registro degli indagati di una persona con l’ipotesi di reato, al momento, di istigazione al suicidio.
Una novità per l’avvocato Francesco Tobia Caputo, che insieme al legale Francesca Conte rappresenta la famiglia di Marianna Greco, trovata morta nel suo letto a Novoli il 30 novembre del 2016. Aveva 37 anni e niente sino a quel momento aveva lasciato presagire una tragedia simile.
Marianna si sarebbe uccisa con 4 coltellate alla gola, dopo aver impugnato un coltello da cucina. Quel giorno era sola in casa a Novoli. A trovarla agonizzante era stata la madre che come ogni giorno andava a farle visita, di buon mattino. Nessun biglietto, nessuna lettera, ma la morte fu attribuita ad un suicidio.
La famiglia però non ha mai creduto a questo. Anzi, hanno sempre ritenuto impossibile che la figlia abbia potuto togliersi la vita, tra l’altro con quelle modalità così esasperate.
I legali hanno depositato in Procura i risultati delle consulenze dei tecnici ai quali si sono affidati: il professor Giuseppe Fortuni, medico legale, che ha basato la sua relazione sulle foto scattate quel giorno sul luogo della tragedia e sul corpo della donna e il consulente informatico Antonio Politi, che ha invece analizzato cellulari e supporti informatici usati dalla donna.
I dubbi quindi sono tanti e la famiglia vuole scioglierli anche con una possibile riesumazione del cadavere. Nel frattempo anche la procura ha continuato nelle indagini raccogliendo ascolti di persone informate sui fatti.
Indagini che hanno portato ad un primo risultato: una persona sospettata che ha avuto a che fare con la donna e che appartiene alla cerchia familiare. Su di lui si indaga, questo è certo, perché si ritiene che in qualche modo sia coinvolto nella morte di Marianna.
