Si chiude con una sentenza rivista rispetto al primo grado la vicenda giudiziaria nata nel 2019, quando una 14enne denunciò di essere stata costretta ad assumere cocaina e psicofarmaci e poi abusata da due suoi presunti pusher minorenni. La Corte d’Appello di Lecce – Sezione Minorenni – ha infatti assolto i due imputati dall’accusa di spaccio, riconoscendo il consumo di gruppo, e ridotto la condanna per violenza a un anno e quattro mesi, concedendo attenuanti e sospendendo la pena per uno dei due. Eliminata anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e nessuno dei due entrerà in carcere.
Secondo la ricostruzione iniziale, il 4 maggio di sei anni fa la ragazza avrebbe partecipato con altri amici a un incontro fissato per acquistare cocaina e pasticche di benzodiazepine. Il gruppetto si sarebbe poi spostato in un’abitazione privata, dove la minore che, dopo aver assunto droga, sarebbe entrata in uno stato di semi-incoscienza. È in quel contesto che gli imputati avrebbero compiuto gli abusi contestati. Dopo un malore, la 14enne fu soccorsa e ricoverata: i test tossicologici confermarono la presenza di stupefacenti.
La giovane denunciò giorni dopo, raccontando di non aver mai fatto uso di droga prima di quella sera. Un punto che sarebbe stato smentito dalle analisi sui telefoni, che hanno fatto emergere precedenti richieste di cocaina rivolte proprio agli imputati. Elemento ritenuto determinante nel ribaltamento parziale dell’impianto accusatorio.
Nonostante il nuovo verdetto, la vicenda processuale non è conclusa. I legali degli imputati, Antonio Luceri e Alessandra Viterbo, annunciano ricorso in Cassazione per chiedere un’ulteriore riduzione.
