LECCE – Sette chilometri in più e nuove risorse pubbliche. Ma soprattutto un impatto visivo devastante. Il nuovo progetto che punta all’estensione e al potenziamento del Filobus, voluto dall’Amministrazione comunale di Lecce, è stato bocciato sonoramente dal centrosinistra che lo ritiene un investimento fallimentare anche sul piano squisitamente economico
Ma ora il progetto dovrà passare all’esame dei cittadini leccesi. Nelle scorse ore è iniziata la raccolta firme per la presentazione di un referendum abrogativo. Appuntamento in piazzetta Carducci, davanti all’ex Convitto Palmieri, per dire un secco “no” al Filobus. Ne occorrono almeno seimila per stoppare il nuovo corso della tramvia cittadina. L’obiettivo è quello di tagliare il traguardo entro il 28 agosto, a tre mesi esatti dalla presentazione della delibera progetto. Toccherà successivamente ad una Commissione tecnica, composta dal segretario generale del Comune, da un magistrato nominato dal Tar e da un avvocato scelto dall’Ordine professionale, il compito di verificare la congruità delle firme raccolte e la legittimità dell’iter burocratico seguito prima di concedere il lascia passare al referendum cittadino. Se l’iniziativa popolare dovesse andare in porto sarebbe il primo esperimento di democrazia diretta realizzato in città.
Portavoce di questa iniziativa referendaria è il giornalista Marcello Favale. “Questo progetto – ha spiegato – cambierà il volto della città ma non è stato nemmeno discusso in consiglio comunale”
In piazzetta Carducci si sono ritrovati diversi esponenti del centrosinistra, a cominciare dall’ex sindaco Salvemini.
Alla chiusura dei due banchetti sono state raccolte 500 firme. A partire dai prossimi giorni verranno posizionati alcuni gazebo in città per proseguire la raccolta delle firme.
