BRINDISI – Il sito produttivo di Euroapi, specializzato nella produzione di principi attivi farmaceutici, è da mesi al centro di una crisi che si aggrava giorno dopo giorno. A oltre un anno dall’annuncio della volontà dell’azienda di cedere lo stabilimento, il clima di incertezza è diventato insostenibile per i circa 230 lavoratori coinvolti, tra personale diretto e indotto.
L’assenza di risposte concrete da parte della direzione aziendale ha alimentato un senso di precarietà diffuso, aggravato dall’imminente fermata estiva e dalla scadenza di numerosi contratti a termine. Secondo i sindacati, dietro la retorica della “razionalizzazione dei costi” e del “blocco degli investimenti” si celerebbe un piano di progressivo smantellamento del sito, con ripercussioni gravi sull’occupazione e sulla sicurezza dei lavoratori.
Le criticità non si limitano all’aspetto occupazionale. La UILTEC ha denunciato una situazione produttiva e finanziaria drammatica. A ciò si aggiungono problemi legati alla sicurezza sul lavoro, con infortuni in aumento e carenze strutturali non affrontate.
I sindacati chiedono un confronto urgente con i vertici aziendali e istituzionali, anche alla luce dell’interesse manifestato da potenziali acquirenti. Il timore è che il protrarsi dell’incertezza possa scoraggiare eventuali investimenti e compromettere definitivamente il futuro del sito. Un incontro decisivo è previsto per il 10 luglio presso Confindustria, con la partecipazione dei rappresentanti nazionali delle organizzazioni sindacali.
La vertenza Euroapi rappresenta un banco di prova per la tenuta industriale del territorio brindisino. I lavoratori chiedono chiarezza, rispetto e un piano industriale credibile. Il tempo delle attese sembra ormai esaurito.