LECCE – Arriva anche dal Consiglio di Stato una sentenza favorevole in merito all’utilizzo edificatorio delle aree ricadenti nella fascia costiera dei trecento metri dal mare. La sentenza è del giugno scorso ed è relativa al ricorso presentato dalla proprietaria di un terreno in agro di Galatone, difesa dall’avvocato Pietro Nicolardi. Proprietaria che ha dapprima presentato ricorso davanti al Tar di Lecce che ha ritenuto, con una sentenza innovativa, che siano utilizzabili ai fini edificatori non solo le aree B ricadenti nella fascia dei trecento metri dal mare, ma anche, a determinate condizioni quelle diverse. Nella stessa vicenda la proprietaria dell’area in questione ha proposto appello davanti al Consiglio di Stato, che esaminando i motivi li ha pienamente accolti. Stabilendo tra l’altro che “il sindacato di legittimità del giudice amministrativo coinvolge i provvedimenti che, pur costituendo l’esercizio di poteri tecnico-discrezionali di contenuto ampio, come nel caso del parere espresso dalla Soprintendenza nell’ambito del procedimento di autorizzazione paesaggistica violino l’obbligo, perché contengono una motivazione solo apparente del parere negativo, resa senza specificare le effettive ragioni di contrasto tra l’intervento proposto ed i valori paesaggistici tutelati, e senza dar conto di integrazioni e chiarimenti della parte proponente l’intervento, funzionali al superamento delle criticità evidenziate dalla stessa soprintendenza”. In definitiva la giurisprudenza, come spiega l’avvocato Nicolardi, sia del Tar sia del Consiglio di Stato, sta continuando a fornire chiarimenti sulle modalità operative dei vincoli in alcune aree costiere, e sulle modalità di esercizio delle relative potestà degli organi competenti.
post precedente