Aumentano di giorno in giorno i messaggi, le denunce, le paure. Dopo l’ispezione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro nel reparto di Radioterapia Oncologica dell’ospedale Fazzi di Lecce, dove erano stati segnalati i due acceleratori lineari guasti, il malcontento si trasforma in vera e propria disperazione.
È il caso di Luigi, in trattamento per un tumore, racconta dalla preoccupazione:
“Dopo 21 sedute, me ne restavano solo 7. L’ultima l’ho fatta lunedì. Ora la macchina è rotta. Cosa devo fare? Non riesco più a dormire.”
Accanto alla rabbia, monta anche l’accusa politica. C’è chi punta il dito su anni di mala gestione regionale:
“Non è colpa della sanità leccese o brindisina. Chi ha decimato la sanità si trova a Bari: Emiliano ha sovvertito il pubblico, favorendo i privati per pochi eletti.”
Altri rincarano la dose: “Vent’anni di amministrazioni di sinistra hanno portato la sanità pugliese al collasso. Ospedali chiusi, strutture degradate, favoritismi. È vergognoso.”
Ma oltre le accuse c’è l’angoscia, quella vera, dei parenti di chi è stato colpito dalla malattia.
“È svilente non poter curarsi nel proprio territorio. Le persone debilitate sono costrette a viaggi massacranti, con spese che non tutti possono permettersi. È disumano.”
Un altro utente scrive: “Quando un paziente sente dire che la macchina non funziona e forse potrà tornare il giorno dopo, scatta una paura mostruosa: che il tumore non aspetti, che peggiori.”
Una madre scrive in lacrime: “Mia figlia ha chiamato per sapere se oggi mio marito avrebbe potuto fare la terapia. Le hanno detto che ancora stavano aggiustando le macchine. Mio marito sta soffrendo e non si fa niente. Mi viene da piangere.”
E infine, c’è chi aspetta con il cuore colmo di angoscia una chiamata per iniziare il percorso oncologico:
“Potrei avere bisogno della radioterapia a breve. Sapere che i macchinari sono fermi mi getta nello sconforto più totale.”
Il quadro che emerge è devastante. Dalle storie raccontante non sembra trattarsi solo di disservizi, ma della negazione del diritto alla salute, una mala gestione della sanità in Puglia, con pazienti impazienti, che non possono più aspettare.