Radioterapia oncologica ferma al Fazzi di Lecce: macchinari guasti e trattamenti sospesi. Pazienti oncologici lasciati senza cure. Quanto vi avevamo già raccontato, non è un caso isolato, ma un quadro sempre più diffuso. Dopo la denuncia del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro sulla situazione della Radioterapia Oncologica del Fazzi di Lecce, sono numerosi i cittadini che hanno deciso di rompere il silenzio, raccontando disservizi, umiliazioni e difficoltà economiche che si aggiungono alla malattia.
C’è chi, come una donna reduce da un intervento, si è vista negare un’ecografia bilaterale post-operatoria al CUP, con la beffa di sentirsi dire: “Provi privatamente”. Nessuna disponibilità nel pubblico. “Poi parlano di prevenzione…” aggiunge amareggiata.
C’è chi, invece, per una PET urgente alla madre malata ha dovuto mettere mano al portafogli: “Non funzionava, l’abbiamo dovuta fare a pagamento. 700 euro. Maledetti.”
Una famiglia racconta che su dieci sedute previste di radioterapia, “tre volte siamo stati rimandati a casa per la rottura della linea blu”. Un altro sfogo parla di un malato oncologico, paralizzato e stomizzato, arrivato per la chemioterapia e rimasto senza trattamento: “La dottoressa non c’era. L’ambulanza per portarlo costa fior di quattrini.”
La sanità pubblica che dovrebbe assistere, invece scoraggia, ostacola, costringe. È il caso dell’ospedale di Scorrano, dove da due mesi anche un semplice prelievo è diventato un’odissea: “Colpa di un nuovo software, che doveva semplificare e invece complica tutto. Ben vengano i sopralluoghi, ma servono soluzioni.”
E poi, c’è la rabbia contro le istituzioni: “Presidente Emiliano, sei cieco. Quanti ammalati devono ancora aspettare per curarsi? È uno schifo.” Una voce rotta dal dolore ricorda le attese sotto il sole con una madre debilitata: “Appuntamenti alle 14 con 40 gradi. Non si reggeva in piedi.”
Nel coro di proteste, c’è chi ringrazia Pagliaro per la sua denuncia: “Grazie presidente, lei sì che ha un cuore. Emiliano no, se ne frega.”
Il diritto alla cura è diventato, per molti, un privilegio da pagare. E intanto, la dignità dei pazienti continua a essere messa alla prova, ogni giorno, tra file, guasti e silenzi.