RACALE – “Filippo, non si saluta?” Sarebbe stata proprio questa, secondo quanto emerso, la frase che avrebbe scatenato la furia omicida di Filippo Manni, 21enne di Racale, che nel pomeriggio di martedì avrebbe ucciso la madre all’interno dell’abitazione di famiglia, in via Toscana.
Il giovane l’avrebbe colpita più volte con un’accetta che custodiva in casa dai tempi in cui era un boy scout. A ricostruire la dinamica dell’omicidio è stato lo stesso Manni durante l’interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Racale. Davanti alla PM Simona Rizzo, e assistito dal suo legale, l’avvocato Francesco Fasano, il 21enne ha confessato l’omicidio, descrivendo un rapporto con la madre profondamente deteriorato, segnato da litigi quotidiani e forti incomprensioni.
Un racconto definito confuso, durante il quale Filippo Manni sarebbe apparso sotto shock e incapace di rendersi pienamente conto della gravità del gesto. “A un certo punto mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa” – avrebbe dichiarato al magistrato, senza, secondo quanto riferito, mostrare segni di emozione o pentimento. “Altre volte l’ho detto per scherzo, oggi l’ho fatto”, avrebbe aggiunto. In casa, al momento dell’omicidio, era presente anche uno dei due gemelli, di 17 anni, tra un mese maggiorenni, figli di Daniele Manni, attuale assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Racale. Padre e figli sono stati ascoltati dagli investigatori prima dell’interrogatorio del presunto assassino. Al termine dell’interrogatorio, per Filippo Manni è stato disposto il fermo e il trasferimento in carcere, in attesa dell’interrogatorio di convalida davanti al Gip. Per lui è stato inoltre elevato il livello di sorveglianza in istituto.
È prevista per venerdì 20 giugno l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà eseguita dal medico legale Alberto Tortorella. Si attende intanto l’esito dell’esame tossicologico eseguito nelle scorse ore sul 21enne.