CINEMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.
Draghi e bei sentimenti all’orizzonte!
Cominciamo i nostri consigli settimanali introducendovi l’atteso remake live action di una celebre saga d’animazione della scorsa decade, ovvero Dragon trainer di Dean Deblois. Il film del 2010 fu un fulmine a ciel sereno, riaccendendo la passione di un’enorme fetta di pubblico nei confronti di una delle bestie mitologiche più celebri di tutte: il drago! Tornano ancora nelle vesti di protagonisti Hiccup, giovane vichingo figlio del capo villaggio costretto a cacciare draghi per dimostrarsi come membro valido della società e la creatura volante Sdentato, dragone dall’ala spezzata appartenente alla specie dei Furia buia.
Capendo l’importanza del lavoro di squadra e soprattutto della fiducia incondizionata e reciproca, il duo diventerà in fretta inseparabile e dimostrerà all’intero clan vichingo che non solo un’alleanza tra draghi e umani è possibile, ma addirittura quasi necessaria per la sopravvivenza di entrambe le specie.
La bontà sconfigge le apparenze
Adesso andiamo negli anni 80′ con il ritorno nelle sale del capolavoro drammatico Elephant man, firmato dal compianto regista statunitense David Lynch. Il secondo lungometraggio del cineasta, datato 1980, ha l’enorme merito di aver fatto rinascere l’interesse del grande pubblico nei confronti di produzioni audiovisive raffiguranti delle storie di persone che soffrono di disabilità mentali o fisiche. Il film, completamente in bianco e nero, adatta due romanzi biografici incentrati sulla figura di Joseph Merrick, uomo affetto dalla rara sindrome di Proteo, vissuto durante l’età vittoriana, che divenne internazionalmente celebre a causa delle sue deformità fisiche. Nel 2025 sembra assurdo dover pensare che ci sia voluto un giovane David Lynch per restituire dignità a questa delicatissima tematica ma è tristemente più che giusto sostenere che, prima d’allora, moltissime macchine da presa avevano disumanizzato le narrazioni di queste personalità.
Invasione di infetti britannici nelle sale
E concludiamo i nostri consigli settimanali anticipandovi il film di zombie 28 anni dopo di Danny Boyle. Il regista premio oscar, non dopo 28 anni ma solo 23, è tornato dietro alla macchina da presa di un franchise horror che nell’ormai lontano 2002 fece la storia del genere.
Il film originale, con protagonista Cillian Murphy, ha l’importante merito di aver rilanciato le produzioni orrorifiche nel Regno Unito e di aver definito lo standard moderno a cui gli autori successivi hanno dovuto fare, inevitabilmente, i conti. Boyle non tornò alla regia del secondo 28 settimane dopo, ma non poteva esimersi dal farlo con questo progetto di rilancio del franchise che ha visto coinvolto anche lo sceneggiatore del primo lungometraggio Alex Garland. La Gran Bretagna post apocalittica ed in quarantena sarà capace di entusiasmare nuovamente i fans del genere? Il regista ne è sinceramente convinto, addirittura così tanto da essere arrivato ad annunciare una trilogia che si baserà proprio su questo terzo capitolo.